La Cococciola è un antico vitigno del Teatino, dai grandi grappoli, con acini striati di marrone a piena maturazione; di buona resa, si vendemmia in genere solo a inizio ottobre.
Impiegato in passato per tagliare il Trebbiano d’Abruzzo, da qualche anno alcuni produttori ne hanno saputo esaltare le peculiarità, riuscendo con buoni risultati a vinificarlo in purezza. Tra questi, da citare Ciavolich di Miglianico (Chieti), condotta da Chiara Ciavolich, che racconta: «La nostra Cococciola proviene da una vigna a tendone di 1,5 ettari, impiantata da mio padre nel 1985 in quel di Loreto Aprutino (Pescara). Nel 2015 ci siamo decisi a vinificarla da sola, passando dai 30 hl della prima annata agli odierni 150. A titolo sperimentale ho anche provato ad affidarmi a fermentazioni spontanee in cemento e botte. Dal 2017 sto testando una sua vinificazione in anfora: usciremo con 500 bottiglie del 2018 senza denominazione»
L’Ancilla, ancora più buono se riposa in bottiglia
Sperimentazioni a parte, la Ancilla, Colline Pescaresi Cococciola Igt la si vinifica in acciaio, con imbottigliamento a febbraio. Un protocollo semplice, atto a esaltare l’acidità del vino: fragrante, secco, beverino, dai sentori fruttati non troppo maturi di mela e pesca; capace di farsi più morbido e suadente dopo un discreto affinamento in bottiglia.
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