L'altro bere

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La birra pugliese con orzo e Nero di Troia

2 Giugno 2016 Civiltà del bere

di Manila Benedetto www.salsamentarius.it

  Percorrendo l’autostrada Adriatica entriamo in Puglia, terra fertile e verde, dove frutteti, vigneti e ulivi disegnano il paesaggio. Troviamo subito ad accoglierci le distese pianure del Tavoliere, incorniciate dall’unico promontorio montuoso della regione, il Gargano.

Con Ciliegie e arance del Gargano il territorio è nel bicchiere

Proprio in queste terre, in direzione Foggia, facciamo tappa a Ebers, il primo birrificio agricolo della regione. Michele Solimando, birraio e agronomo, si occupa sia della produzione della birra sia dei campi di orzo, a cui ha affiancato all’inizio del 2016 una piccola coltivazione di luppolo. Le birre si dividono tra produzioni ispirate agli stili classici e sperimentazioni fortemente legate al territorio. Ne sono un esempio la Blanche prodotta con l’uso di grano duro Senatore Cappelli locale e scorze d’arancia del Gargano Igp, che con i suoi di 5,3 gradi è il giusto “aperitivo” di queste terre; e la Nera di Troja, che già dal nome lascia intendere il forte legame con il vitigno autoctono della zona, nelle cui barrique matura acquisendone ricordi vinosi e suadenti, che accompagnano gli 8,5 gradi alcolici. Non mancano produzione classiche, come la Hopsfall, una Cascadian Dark Ale di 7 gradi dal bel color bruno intenso ed eleganti sentori tostati. Lasciandoci alle spalle il capoluogo più settentrionale della Puglia, ci avviamo verso le terre di Federico II. A soli 8 km da Margherita di Savoia, famosa per le sue saline e per la cipolla bianca Igp, e a qualche decina da Barletta, Andria e Trani, terre dominate dai castelli, sorge Trinitapoli, cittadina che dà i natali al birrificio DecimoprimoMichele Cognetti e Patrizia Sarcina sono l’anima dell’impresa, e nelle loro birre non c’è solo bravura tecnica, ma anche una forte personalità. Ne sono un esempio le birre della linea Supertramp, maturate in botte e dalle fini sensazioni sour e aromatizzate con la percoca (una tipologia di pesca locale), la ciliegia ferrovia e soprattutto l’uva Moscato di Trani. Da non perdere anche la Hirderga, birra di 7,5 gradi, con sensazioni di cioccolato, caè e liquirizia, e piacevole bevibilità; o la bella D-Day, English Ipa di 5,5 gradi dalle fini aromaticità luppolate.

Tra Bitonto e Bari l’ispirazione arriva dai palazzi rinascimentali

Continuando nel nostro lungo viaggio, che percorre quasi 500 km per andare da nord a sud di una sola regione, non possiamo non far tappa nella bella Bitonto, appena a nord di Bari, ricca di storia e cultura. Città degli ulivi e della “cima di Bitonto”, famosa cultivar che dà vita a un ottimo extravergine rinomato già dal XIII secolo, fu teatro della battaglia tra Austriaci e Borboni per la nascita del Regno di Napoli. Nel suo centro storico spiccano porte e chiese in stile romanico e palazzi rinascimentali. Proprio ispirate a queste opere architettoniche nascono le birre del Birrificio I Peuceti di Giuseppe Sannicandro e Giuseppe Pasculli. La Cattedrale (Golden Ale di 4,4 gradi), la Baresana (Belgian Pale Ale di 5,6 gradi) e la Roccaforte (Scottish Ale di 6,3 gradi) riportano già nel nome e nell’etichetta artistica il richiamo alla cittadina. Ma sono la Murgiana e la Divina, rispettivamente una Saison e una Italian Grape Ale, che si legano al territorio. La prima grazie all’uso delle erbe spontanee e della macchia mediterranea raccolte sulla vicina Alta Murgia, e la seconda un incontro ben riuscito tra il Minutolo, le barrique di rovere e la birra. Non fermarsi un attimo nel capoluogo è impossibile, ma prima di giungere nel cuore della Bari vecchia, dove l’imponente cattedrale di San Nicola custodisce le reliquie del santo, ci fermiamo nella prima periferia tra Bari e Modugno, a visitare uno dei pilastri storici della birra artigianale italiana e pioniere pugliese: il Birrificio SvevoVito Lisco e la moglie Claudia da anni si impegnano nella promozione della cultura brassicola e nella produzione di birre equilibrate ed eleganti. Una linea classica e una speciale dedicata ai pub, con delle vere punte di diamante: la Imperium, scura di 6,3 gradi dal bouquet aromatico ampio ed avvolgente, con profumi di caè macinato e liquirizia fresca, e un sorso è agilissimo e ben equilibrato; Barbarossa, Scottish Ale di 6,5 gradi, con note caramellate e tostate. Alle sei produzioni classiche e alle tre pub, stagionalmente il birraio aanca una sperimentazione. Il 2016 è stato accolto con una Oud Bruin prodotta con uva Nero di Troia e lievito di vino, con sola maturazione in acciaio.

Sperimentazione estrema con acqua di mare e vincotto

Abbiamo già percorso 200 chilometri, eppur siamo ancora a metà del viaggio nel cuore di questa regione che è stata per secoli chiamata “Le Apulie”. Proseguiamo verso sud, e lasciando l’autostrada per imboccare la statale verso Lecce, ci fermiamo all’altezza dello svincolo per Polignano a Mare, città costruita letteralmente sulle rocce, che ha dato i natali a Domenico Modugno e alla carota giallo-viola di Polignano, presidio Slow Food. Dopo uno sguardo alle scogliere, saliamo lungo la strada alberata che porta verso la città delle grotte carische, Castellana Grotte, per arrivare a una piccolissima frazione, nota agli inizi del Novecento per essere una delle zone più vitate della regione: Triggianello (di Conversano, Bari).  
Il viaggio alla scoperta dei birrifici pugliesi prosegue su Civiltà del bere 02/2016. Per scoprire di più acquista il numero nel nostro shop (anche in edizione digitale) o scrivi a store@civiltadelbere.com. Buona lettura!

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