"Quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare", recita il proverbio. L’espressione ben si addice al piano economico messo in atto dalla Cantina sociale Frentana di Rocca San Giovanni (Chieti) per far fronte alla difficile fase di contrazione delle superfici vitate in Abruzzo, causata in particolare dall’invecchiamento della popolazione rurale e dai premi per l’estirpazione delle vigne concessi dalla Comunità europea per la riduzione delle eccedenze. La Cantina sta costituendo una sorta di “banca dei vigneti” prendendo in gestione diretta 15 ettari per coltivarli secondo principi biologici. Ci spiega meglio il progetto il presidente Carlo Romanelli: «Stiamo acquisendo nuovi conferenti, grazie alla buona considerazione e all’immagine di cui gode l’azienda e ai suoi risultati economici. Ma soprattutto abbiamo fatto uno sforzo per difendere dall’abbandono il più grande patrimonio di una cooperativa, cioè il vigneto dei soci, particolarmente quello delle aree più vocate. Con la collaborazione di alcuni nostri viticoltori stiamo prendendo in carico diretto vigneti di pregio che sarebbero altrimenti destinati all’abbandono o all’estirpazione per la mancanza di ricambio generazionale all’interno delle famiglie coltivatrici. Oggi siamo intorno ai 15 ettari ma prevediamo una notevole crescita». Così facendo si evita che questi vigneti escano dal circuito dei soci conferenti o che rimangano incolti e al tempo stesso si offre una prospettiva occupazionale ai giovani che desiderano restare in campagna ma hanno poca terra a disposizione. La gestione diretta permette inoltre il controllo completo della filiera produttiva: «Per questo abbiamo deciso, in accordo con le nostre convinzioni, di portare tutti questi vigneti verso l’agricoltura biologica, e ne stiamo attuando la conversione. I nostri partner commerciali in Italia e all’estero hanno condiviso questa scelta e insieme a loro progettiamo una nuova linea di vini», ha concluso Romanelli.