«Le scoperte in campo microbiologico di oggi daranno vita, tra tre o quattro anni, ai lieviti per il vino di domani. La Sicilia, già da tempo impegnata su questo fronte, continuerà a dare il suo contributo per mantenere elevata la qualità dell’enologia mediterranea sulla scena internazionale». Lo ha dichiarato Dino Agueci, presidente dell’Istituto Regionale della Vite e del Vino (IRVV), al termine delle giornate di studi su “Qualità, innovazione e territorio: la ricerca microbiologica per i vini del futuro” che si sono svolte lo scorso 4 e 5 febbraio al Castello Utveggio di Palermo. La Sicilia è una delle aree produttive che seleziona i suoi lieviti direttamente, non modificandoli dal punto di vista genetico. «Una scelta», ha spiegato Daniele Oliva, microbiologo e dirigente dell’unità operativa sulle biotecnologie applicate alla viticultura e all’enologia dell’IRVV, «che qualifica i vini siciliani rispetto a quelli del Nuovo Mondo dove vengono utilizzati anche microrganismi geneticamente modificati». Nel corso del convegno è stato presentata la pubblicazione La microbiologia in cantina: un manuale per i controlli microbiologici edita dall’IRVV e curata da Daniele Oliva, Sabina Di Maio e Giuseppe Polizzotto.