Business

Business

Il vino che sarà: la distribuzione tra IA e rapporto umano secondo Marcello Meregalli

10 Febbraio 2025 Marcello Meregalli
Il vino che sarà: la distribuzione tra IA e rapporto umano secondo Marcello Meregalli

I servizi offerti dovranno essere sempre più informatizzati, ma non potranno prescindere dall’apporto professionale degli agenti. Crescerà la richiesta di vini stranieri, prodotti no/low alcol, da varietà Piwi e resistenti. D’obbligo una rete di collaboratori locali, a cui trasmettere anche il proprio stile aziendale.

L’articolo fa parte della Monografia Il vino che sarà (Civiltà del bere 4/2024)

Dopo aver riletto l’intervista di come avrei visto cambiare il mondo del vino dagli anni ’10 agli anni ’20 del Duemila, rifaccio oggi un punto che ci proietterà fino agli anni ’30. Dopo un periodo con alti e bassi tra Covid, guerre e inflazione, ci sarà una ripresa globale e spero, come fu per il secolo scorso, che anche gli anni ’30 del Nuovo millennio saranno quelli della rinascita.

Sostenibilità e diminuzione del grado alcolico

Per quanto riguarda la produzione, sarà sempre più importante il rispetto del territorio e dell’ambiente. Non si parlerà solo di bio, ma di certificazioni ancora più stringenti circa il rispetto di tutti gli aspetti della produzione, della conduzione di vigna e cantina. I giovani di oggi, del resto, saranno i consumatori di domani e sono molto attenti a queste tematiche.
Confido che i brand e le denominazioni storiche che hanno lavorato bene, saranno punti di riferimento per il prossimo decennio. Un mondo sempre più multietnico porterà all’aumento di vini stranieri nelle varie nazioni. Vedo bene anche i prodotti low alcol o comunque con un’attenzione a una vinificazione che ricerchi nella varietà, nelle tecniche e nel lavoro di cantina, una diminuzione del grado alcolico nonostante il climate change. Questo sarà un imperativo per alcuni vini, soprattutto quelli rivolti ai più giovani, che manifestano un’attenzione crescente al viver sano. I vini “storici” invece avranno ancora il loro canale di consumo e potranno restare fedeli alle tradizioni.

Spazio a Piwi, nuove zone e brown spirits

Funzionerà il no alcool tra i giovani, ma non penso soppianterà il mondo del vino. Soprattutto mi auguro che non si darà il permesso di chiamare vino una bevanda nata senza alcol o dealcolata, ma che resti invece una possibile alternativa. Vedo bene anche alcuni spirits o ingredienti per cocktail no/low alcol, e ritengo che ci sarà una bella crescita nel prossimo decennio. Interessante il discorso dei vitigni Piwi o, in generale, resistenti al nuovo clima o che potranno dare vini facili e piacevoli da bere. Tornando alla multietnicità dei vini, i portfolio delle aziende distributive si completeranno con zone ancora poco esplorate; così come le carte dei vini in futuro avranno una parte dedicata principalmente a bottiglie di zona e nazione, ma si apriranno maggiormente a inserimenti dall’estero. Il mondo degli spirits, ben più dinamico, vedrà un ritorno dei brown spirits per la bevuta liscia, mentre la parte cocktail si abbinerà sempre più alla gastronomia, anche a cena.

Dall’on-line alle etichette “parlanti”

Il nostro settore vedrà, dopo un momento euforico, un calmierarsi dei prezzi. Ritengo che si sia raggiunto il picco dell’overpricing: si tornerà a pensare al vino come a bevanda e alimento presente sulle tavole, non solo come icona da collezione. Alcune etichette manterranno quotazioni alte, ma non potranno oltrepassare un certo limite per restare costose ma non care. E e soprattutto un limite “morale”, dove a seconda dei prodotti sarà il mercato stesso a fare da giudice sui prezzi. I clienti ricercheranno sempre di più un servizio competitivo: la distribuzione, già migliorata, dovrà essere ancora più veloce, precisa e informatizzata. Più complesso è il discorso dell’on-line che sembrava dovesse rivoluzionare tutto il nostro settore. Nel prossimo decennio vedo una commistione vincente tra online e caratteristiche professionali umane che saranno vincenti. A proposito di AI: in futuro le etichette saranno “parlanti”, ma il cliente avrà ancora bisogno del rapporto umano per dare quel tocco in più alle vendite. Quindi va bene l’uso dell’AI, ma le persone deputate alla vendita verso il mondo Horeca o verso il consumatore finale giocheranno tra ausili informatici e la loro professionalità per dare calore e valore aggiunto.

Ristorazione tra socialità, tipicità ed esperienze domestiche

La clientela cambierà ancora: la ristorazione sarà sempre più multietnica, sia come proposta generale sia come giocosità all’interno della propria offerta. Le catene, di alto come di medio livello, si rafforzeranno soprattutto nelle città e avranno bisogno di pochi selezionati partner fornitori. Assisteremo a un ritorno nella ristorazione del fun dining e non solo del fine dining; quindi richiesta di alta cucina unita alla ricerca di socialità. Si uscirà a cena per mangiare bene divertendosi in un ambiente leggero. Si assisterà anche al ritorno della ristorazione tipica. Il concetto delle vecchie osterie, secondo me, riprenderà piede in chiave moderna, in contrapposizione alla ristorazione multietnica o troppo spinta verso l’alto. Si guiderà meno per recarsi a cena (per traffico, numero di taxi, uber, ecc., e guida autonoma, che spero arrivi presto). Aumenteranno le experience domestiche con amici e, proprio per questo, sono ottimista su una leggera ripresa dei consumi. Le etichette “parlanti o video-parlanti” andranno ad affiancare il personale di vendita in sala, lasciando scheda tecnica e info basiche alla tecnologia, ma apriranno ai veri professionisti, venditori e attori dei locali, il giusto palcoscenico per dare una coccola in più alla clientela finale.

Sempre più collaborazione

Gli agenti della distribuzione dovranno diventare imprenditori di una micro-rete di collaboratori locali: saranno sempre più formati e utilizzatori di device, meno raccoglitori di ordini e più consulenti, gestiti da programmi di geomarketing e analisi vendite per consigliare e focalizzare al meglio tempi e spostamenti. Lavoreranno in parallelo con l’on-line ma governeranno ancora le vendite soprattutto nei prodotti di alto livello o luxury. Creeranno esperienze per i clienti, sia per incoming aziendali formativi, sia per la clientela finale servita dall’Horeca. Il lato esperienziale umano in un mondo di sovra-informazione sarà fondamentale.

Formazione, experience e tecnologia

La formazione dei collaboratori sarà indispensabile per trasmettere uno stile aziendale che sarà la chiave per emergere sulle tecnologie. In futuro largo ai giovani: le aziende di distribuzione diventeranno una scuola professionale che formerà al mondo lavoro le nuove generazioni – preparatissime, ma con meno esperienza sul campo rispetto al passato. 
Non basta: bisognerà puntare a migliorare la carbon neutrality di filiera e innovarsi ancor più verso la clientela e gli agenti, con formazione, experience e tecnologia. Lo Stato, meno forte e presente, creerà l’obbligo alle aziende di sopperire alle sue mancanze e si dovrà eccellere in questo. La tecnologia può essere comprata, ma l’organico di un’azienda sarà il vero valore aggiunto e dovrà essere sempre più plasmato.

futuro distribuzione

Marcello Meregalli

Rappresenta la quinta generazione alla guida dell’impresa di famiglia, leader nella distribuzione di vini e distillati di qualità. Nel 1997 ha fatto il suo ingresso in azienda. Pioniere di nuove tecnologie, ha traghettato il Gruppo Meregalli fino alla grande realtà che è oggi.

Cosa aveva detto 10 anni fa sullo stesso argomento: Gli agenti di commercio saranno tutte persone con una base di formazione moderna e molto professionale. I nuovi tablet a loro disposizione, oltre a fornire una connessione dati ben più veloce, immagini tridimensionali, potranno anche sintetizzare gli aromi dei vini presentati ai clienti, mentre un database mondiale abbinerà le preferenze e i gusti.

Foto di apertura: © P. Danilyuk – Pexels

Business

Feudi di San Gregorio: nuovo progetto vinicolo nel Parco archeologico di Pompei

Sarà un’azienda a conduzione interamente biologica, con una vigna “archeologica” che nel […]

Leggi tutto

L’evoluzione di Farina Wines in 3 etichette: Alessandro, Famiglia Farina e Mezzadro alla Fontana

La storica azienda della Valpolicella Classica presenta la sua nuova era con […]

Leggi tutto

Ultima, ma non per importanza, la sostenibilità sociale

È difficile da misurare per la complessità del fattore umano che ne […]

Leggi tutto

Debutta il nuovo progetto veronese di Marilisa Allegrini, anzi due

L’imprenditrice dà un’accelerata al suo percorso personale, dopo l’uscita dal gruppo di […]

Leggi tutto

Il vino che sarà: premium, low alcol e private label in Gdo per Pietro Rocchelli

Gli assortimenti nella Grande distribuzione organizzata si amplieranno e saranno più diversificati […]

Leggi tutto

Chianti Lovers & Rosso Morellino, avanti tutta nel 2025

Nonostante le sfide del mercato, entrambi i Consorzi si preparano ad affrontare […]

Leggi tutto

Vinitaly, i numeri e le attese dell’edizione 2025

Quattromila espositori e operatori in arrivo da 140 Paesi, con 1.200 top […]

Leggi tutto

Vini dolci e cucina d’autore: la sfida alle convenzioni di Maculan

La storica Cantina di Breganze ribalta il modello che li relega al […]

Leggi tutto

Monografia impatto: ultima, ma non per importanza la sostenibilità sociale.

Per favore Accedi per vedere questo contenuto. (Non sei registrato? Registrati!)

Leggi tutto
X

Hai dimenticato la Password?

Registrati