La morte di Beppe Rinaldi lascia un vuoto incolmabile nel mondo del vino. Il celebre produttore è mancato ieri sera, quasi settantenne, sconfitto dalla malattia che combatteva da alcuni mesi. Barolista classico di chiare e caustiche vedute (da qui il suo soprannome: "citrico"), vero punto di riferimento per le Langhe, Beppe Rinaldi lascia la moglie Annalisa e le figlie Marta e Carlotta, che da tempo conducono l'azienda di famiglia. Noi lo ricordiamo così, nella "storia di vigna" che gli abbiamo dedicato un anno fa: Beppe Rinaldi e il fucile della rivoluzione.Qualcuno l’ha definito citrico, io piuttosto lo trovo tannico, come il suo Barolo, quel vino che non è mai uguale a se stesso. E poi anche Giuseppe Rinaldi, meglio conosciuto come Beppe, lo ammette: «A me piace il tannino! Nelle Langhe tutto è tannico, anche il sedano, i cachi e i carciofi». Ergo, anche i vignaioli. Il breve giro in Langa con i miei quattro colleghi studenti all’Institute of Masters of Wine si conclude da Beppe Rinaldi. Dopo aver conosciuto anche Pio Boffa (patron della Pio Cesare) e Angelo Gaja, si sono fatti l’idea di una terra particolarmente feconda di caratteri forti.