Due giorni, almeno, sono quelli che potrebbero bastare per poter apprezzarlo sia nella bellezza estetica, vedi per esempio il padiglione cinese (tra i più visitati nel giorno dell’inaugurazione), sia per i contenuti sorprendenti, come quelli che si svelano all’interno del padiglione dell’Azerbajan che ha saputo valorizzare, anche attraverso supporti multimediali di grande efficacia, l’interessante patrimonio agroalimentare di un paese che, a visita compiuta, può essere considerato anche un interessante meta turistica. Che siano maestosi o semplici a denunciare la povertà del paese, come accade con il padiglione del Sudan, costruito come un cubo essenziale all’interno del quale non si mostra la fame ma si vendono braccialetti e souvenir, questo Expo va visitato.
Infatti, al di là del grande parco di divertimenti quale a tutti gli effetti un’esposizione universale è, questa di Milano 2015 è anche l’occasione per ammirare opere architettoniche geniali e geniali istallazioni, come quella del padiglione U.K. che rappresenta un enorme alveare dentro il quale il visitatore entra e, attraverso un incantevole gioco di luci, “vede” in diretta i movimenti delle api monitorate nell’alveare madre (e vero!) collocato in un luogo reale del Regno Unito, richiamando così l’attenzione sul fondamentale lavoro che le api fanno per nutrire il pianeta, contribuendo così a dare energia per la vita.
Ecco, così abbiamo vissuto la nostra prima visita all’Expo, non senza aver prima salutato il padiglione Italia, imponente nella sua architettura e grandioso per i contenuti dove l’arte del Belpaese è protagonista al pari di tutti quei personaggi, chef stellati, allevatori e produttori vitivinicoli solo per fare degli esempi, le cui voci e testimonianze registrate danno il benvenuto a chi ne percorre i 5 piani che, è doveroso dire, saranno interamente allestiti solo fra un mese.