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Il futuro dell’Oiv secondo Jean-Marie Aurand

6 Marzo 2014 Emanuele Pellucci
Saranno l'Uzbekistan e l'Armenia i prossimi Stati membri, che andranno presto ad aggiungersi agli attuali 45 in seno all'Oiv. A confermarlo è il suo nuovo direttore generale Jean-Marie Aurand, che dal 1° gennaio è andato a occupare quello che per dieci anni è stato il posto del nostro Federico Castellucci. A guidare perciò l'Organisation de la Vigne et du Vin, nella sede parigina di rue d'Aguesseau, torna un francese, così come lo era stato Georges Dutruc-Rosset, il predecessore di Castellucci. NUOVE ADESIONI: UN'OPPORTUNITÀ - Aurand è sicuro che prima dell'estate sarà formalizzata l'adesione dei due nuovi Stati. "L'obiettivo mio e dell'Oiv, così come lo era stato da parte del mio predecessore", ci spiega, "è quello di ampliare il più possibile il numero degli Stati membri, e per questo motivo ho deciso di spostarmi con frequenza nei vari Paesi per sfruttare tutte le opportunità, nelle nazioni che già aderiscono all'Organisation, ma anche per incontriare altri membri potenziali". DEFINIRE LE STRATEGIE GENERALI - Al di là dell'ormai imminente adesione di Uzbekistan e Armenia, l'impegno dell'Oiv per il 2014 è rivolto principalmente alla preparazione della consueta riunione degli esperti a fine marzo, al Comex e al Congresso internazionale che si terrà in novembre a Mendoza (Argentina). "Ma non solo", precisa il direttore generale, "perché quest'anno andremo a programmare le strategie generali per la definizione delle attività nel corso del quinquennio 2015-2020". Ad Aurand chiediamo anche se l'Oiv ha una posizione nella discussione sui diritti di impianto che coinvolge gli Stati europei: "Nessuna presa di posizione, semplicemente perché l'Oiv è un soggetto intracomunitario e quindi si tratta di aspetti che riguardano e vengono decisi dai Paesi stessi". PUNTO DI RIFERIMENTO INTERNAZIONALE - Quando gli chiediamo un commento a questi primi due mesi di esperienza alla guida dell'organismo, Jean-Marie Aurand non ha dubbi: "Sono soprattutto molto sorpreso: all'Oiv ho trovato una bella struttura, ottimi collaboratori e mi sono reso conto che questa istituzione occupa finalmente un posto strategico nel campo tecnico-scientifico vitivinicolo, ponendosi come organizzazione di riferimento. Inoltre, sono felice anche perché ovunque sento parlare bene dell'organismo, e questo è per me un motivo in più per ampliare l'azione condotta finora". EXPORT: IL RUOLO DELL'OIV - Il nuovo direttore generale sottolinea anche il ruolo del vino sotto gli aspetti economici (il giro d'affari annuale del settore equivale al costo di 400 aerei Airbus 320). "Considerato che le esportazioni mondiali di vino stanno crescendo continuamente", afferma Aurand, "è importante che nel contesto della internazionalizzazione del mercato ci siano punti di riferimento tecnici ed economici internazionalmente riconosciuti, per far sì che gli scambi siano i più vantaggiosi possibile e il consumatore possa ricevere garanzie sul prodotto". IL VALORE CULTURALE DELLA VITE - Aurand ricorda anche il valore territoriale e culturale che riveste la vite (non va dimenticato che in alcuni Paesi membri si produce solo uva da tavola o da essiccare o non da vinificare). "Il vino è inscindibile da secoli dalla nostra società, è una ricchezza economica e culturale anche perché la vigna occupa zone povere del mondo. In ogni caso", conclude, "nonostante i problemi che ciclicamente si presentano, mi sento di dire che il settore è in buona salute".

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