Degustazioni

Il debutto parigino della Grande Année 2015 (che entra in scena senza farsi attendere)

9 Aprile 2024 Aldo Fiordelli
Il debutto parigino della Grande Année 2015 (che entra in scena senza farsi attendere)

Nel calice un millesimo difficile che la Maison di Aÿ, distribuita in esclusiva in Italia dal Gruppo Meregalli, ha saputo gestire con maestria e sensibilità, dando vita a uno Champagne cremoso, dall’acidità lunga e rinfrescante, con una chiusura sapida quasi salina. Gastronomico e già godibilissimo subito. Il racconto della presentazione.

Ça bollinge! Il modo di dire francese di Bollinger per descrivere la vinosità di alcuni suoi Champagne nello stile della Maison rende bene l’idea della Grande Année 2015 presentata lunedì 25 marzo in anteprima mondiale a Parigi.

Un millesimo sfidante

Un’annata non facile la ’15, c’è poco da girarci intorno, ma ci sono almeno due tre dettagli fondamentali per capire la qualità di questo vino. Già dall’assaggio dei vin clair prima della spumantizzazione e con ancor più evidenza dopo, in tutta la regione si è notato un carattere vegetale dell’annata. Non a caso la vendemmia è iniziata relativamente presto. Il 4 settembre ha dichiarato il cellar master di Bollinger Denis Bunner. Nella Grande Année le tracce di note vegetali sono assenti o al più quasi impercettibili. C’è un motivo tecnico che è stato al centro della presentazione dell’annata. Bollinger possiede un bosco di proprietà, la foresta di Favresse, a Cuis. Proprio dal 2015, da qui arriva il legno per mantenere e restaurare il parco barrique dell’azienda: circa 4 mila tra piéce o pipe champenoise (quest’ultima di 420 litri), con un’età media tra 15 e 20 anni, ma alcune della Borgogna arrivano fino a 40. La Grande Année infatti viene vinificata al 100% in legno.

Grand Année 2015 Bollinger

Tutto il calore dell’annata

«Con le botti è più facile evitare il carattere vegetale del 2015 perché si può scartare la singola botte anziché avere masse più grandi», ha spiegato Cyril Delarue, proprietario della Maison. Oltretutto, la naturale microssigenazione del legno piccolo contribuisce a ridurre di per sé il carattere vegetale dei vini. Risolto il problema vegetale rimane quello dell’annata calda. I francesi erano entusiasti della poca pioggia del 2015 e della concentrazione dei grappoli, piccoli e compatti «alcuni dei quali hanno raggiunto una maturazione media di 10,5% vol. con alti livelli di acidità e una straordinaria sanità». ha dichiarato ancora Denis Bunner. «La texture squisita, la concentrazione e la generosità sono evidenti in ogni bottiglia». Vero, la 2015 è un’annata generosa e potente. Un bene per un vino (e una maison) tradizionalmente a trazione Pinot noir. Ciononostante anche da Bollinger hanno dovuto correggere la “ricetta”.

La scelta dei cru e l’espressività del calice

Per questo millesimo a prevalere tra il 60% di Pinot noir del blend è stato il cru di Verzenay, tradizionalmente più alto, fresco, teso e salino di Aÿ e Mareuil sur Aÿ. Il restante 40% di Chardonnay arriva come sempre da Avize e Chouilly. In totale 11 cru dei quali il 79% da Grand Cru e il 21% da Premier Cru. Un altro degli elementi che rendono la Grande Année 2015 uno Champagne eccellente nonostante l’annata. Venendo allo stile del vino, a una mela cotogna fanno da sfondo la violetta e la fragolina di bosco, la buccia bruciacchiata del limone, il tartufo bianco, la noce e il gesso e il burro di noccioline nel finale. In bocca il vino è cremoso, con un’acidità lunga e rinfrescante, molto bene integrata e per nulla aggressiva, con un finale sapido quasi salino. Un grande Champagne, “puro piacere”, che “ha raggiunto già il primo livello di maturità”, “gastronomico” sono state le definizioni durante la presentazione.

Uno Champagne gastronomico che non bisogna aspettare

A me piace definirlo come old style od old fashioned, complesso, profondo e godibile da subito. Per una volta non c’è bisogno di metterlo in cantina ad aspettare che raggiunga il suo apice, va bevuto subito. Da aspettare restano La Grande Année 2014, o la 2012 o la 2008. Sarà anche longevo? La Maison ha emozionato tutti con una degustazione alla cieca di una 1989, altra annata calda in Francia paragonabile come parametri analitici proprio alla 2015. Una rara emozione e una dimostrazione di potenziale di durata. Tuttavia, resta inteso che non è questo lo scopo di una Grande Année gastronomica come la 2015 che… ça Bollinge!

Foto di apertura: © Bollinger

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