Degustazioni

Il debutto del Giulio Ferrari Collezione 2004 (dopo un’attesa durata quasi 20 anni)

28 Settembre 2023 Aldo Fiordelli
Il debutto del Giulio Ferrari Collezione 2004 (dopo un’attesa durata quasi 20 anni)

È l’esempio più estremo della sfida con il tempo delle bollicine Trentodoc portata avanti dalla famiglia Lunelli. Chardonnay in purezza dal Maso Pianizza, è stato prodotto in sole 331 magnum e 3.906 bottiglie. Per veri appassionati e collezionisti

Giulio Ferrari Collezione esce sul mercato per la quarta volta. La punta di diamante della più importante etichetta di Casa Lunelli è stata presentata a Villa Crespi mercoledì 13 settembre.

Il millesimo 2004 si è fatto attendere

Per l’occasione, le Cantine Ferrari hanno fatto le cose in grande, invitando oltre alla stampa specializzata, anche i più importanti e stimati sommelier italiani, non solo dei ristoranti “tre stelle”. Dopo 1995, 1997 e 2001, uniche annate mai prodotte e dopo una lunga attesa durata ben 18 anni, è la volta del millesimo 2004. Per capire l’annata bisogna fare un passo indietro al 2003, la vendemmia più arida e siccitosa della storia della viticultura italiana. Il grande caldo di maggio ha consentito che le piante immagazzinassero buone riserve per le gemme dell’anno successivo, dando una produzione abbondante e consentendo una cesellata selezione delle migliori uve. Non a caso i 2004 sono stati vini perlopiù nervosi, tesi, da subito lasciando intendere il loro potenziale d’invecchiamento.

Un lunghissimo invecchiamento prima della sboccatura

Il Giulio Ferrari Collezione 2004 è solo Chardonnay e arriva interamente dal vigneto di Maso Pianizza, a 600 metri d’altezza, il fiore all’occhiello dei terreni della famiglia Lunelli. Suoli minerali, altitudine, vigne vecchie, una parziale fermentazione in legno e poi 216 mesi on the lees: un lunghissimo invecchiamento prima della sboccatura che distingue il Collezione dalla Riserva del Fondatore classica. «Questo 2004 è stato custodito, non semplicemente invecchiato nelle nostre cantine per sfidare il tempo, portare il potenziale d’invecchiamento all’estremo ed esaltare freschezza e complessità». Così ha spiegato Matteo Lunelli, Ceo del gruppo Lunelli.

Marcello, Camilla, Matteo e Alessandro Lunelli con lo chef Antonino Cannavacciuolo, la moglie Cinzia Primatesta e Simone Masè, direttore generale di Cantine Ferrari

Le note di degustazione per una very limited edition

Il Collezione 2004 è stato prodotto in 331 magnum e 3.906 bottiglie che saranno disponibili sul mercato presumibilmente intorno ai mille euro. Un vino dorato dal quale emerge un profumo di tarte tatin, di zabaione e pasticceria con un frutto che ricorda la mela. Non mancano i fiori bianchi dello Chardonnay, il cedro candito a rappresentare la ricca parte agrumata, per lasciare spazio sul finale alle note tostate: il cioccolato bianco, il burro di noccioline già tipico della Riserva del Fondatore, e il caramello salato.
Una complessità incredibile abbinata a una notevole concentrazione. Una freschezza quasi masticabile per via di una materia importante quasi alla maniera del Dom Perignon e quindi ancora con ulteriore potenziale d’invecchiamento, grande tensione e finale pulito.
Una bottiglia rara, una sorta di RD italiano che per quanto esclusivo e costoso va messo nell’elenco dei vini da provare almeno una volta nella vita. Con o senza una pacca sulle spalle dal padrone di casa di Villa Crespi, Antonino Cannavacciuolo, il mattatore della tv gastronomica italiana oltre che carismatico chef tre stelle, palesatosi solo alla fine di un pranzo eccellente per portare poi la sua contagiosa ironia e simpatia tra gli invitati.  

Foto di apertura: il Giulio Ferrari Collezione 2004 è uno Chardonnay in purezza che nasce sul Maso Pianizza

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