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Nuovo blend per il Rubesco Torgiano di Lungarotti

31 Gennaio 2013 Jessica Bordoni
Nuovo blend per il Rubesco Torgiano Doc di Lungarotti. Con la vendemmia 2009, attualmente in commercio, una delle etichette più conosciute della Casa vinicola umbra cambia l’uvaggio della bottiglia introducendo un 10% di Colorino, che si aggiunge al Sangiovese (70%) e Canaiolo (ridotto dal 30 al 20%). MAGGIORE STRUTTURA E CONCENTRAZIONE - Come ci spiega Teresa Severini, oggi alla guida dell’azienda con la sorella Chiara Lungarotti: «Il Colorino introdotto deriva da una selezione massale effettuata a partire da alcuni biotipi aziendali.  Con il Colorino riusciamo a rinforzare la struttura e la concentrazione del Rubesco, senza tuttavia sconvolgere eccessivamente il carattere del Sangiovese tipico delle nostre zone. Nell’annata 2009 il “vecchio” Canaiolo coesiste al “nuovo” Colorino, ma andrà progressivamente a scomparire con le prossime vendemmie». 2009: UNA BUONA ANNATA - Il Rubesco Torgiano Doc di Lungarotti è prodotto in 650 mila bottiglie. «L’annata 2009 si è caratterizzata per un inverno tipicamente freddo e di media piovosità», precisa Teresa Severini, «con una primavera nella norma, piovosità abbondante a inizio giugno- luglio e fine luglio-agosto secchi e comunque con temperature mai troppo alte. Solo nell’ultima decade di agosto e la prima di settembre si è assistito a un forte incremento delle temperature, poi qualche pioggia e un ottobre fantastico, secco con un clima quasi “estivo” fino al 23 del mese».  QUALCHE NOTA DI GUSTO - Il vino fermenta in acciaio per 15 giorni, per poi affinare in botte un anno e altri 12 mesi in bottiglia, previa una leggera filtrazione. «Al naso si mostra elegante, con una complessità fatta di richiami al pepe, alla cannella e al tabacco; si avverte un sottofondo di confettura rossa e violetta. In bocca colpisce la solida struttura e un’ottima concentrazione. Il Rubesco evolve con fresca acidità; ha tannini austeri e di buon equilibrio con finale fruttato e appena minerale».

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