Il Coda di Pecora matura tardivamente rispetto ad altri bianchi campani, pur senza perdere di acidità. Fra i paladini di questo antico autoctono, originario della Magna Grecia, c’è Cesare Avenia de Il Verro.
Cesare Avenia è il patron de Il Verro, azienda vinicola nata nel 2003 con l’acquisto di un terreno a Formicola (Caserta) di 14 ettari, di cui 4 vitati su terreni ricchi di lava, esposti a sud, sud-est. «Negli anni un nostro vigneto ha cominciato a incuriosirci. Pensavamo fosse Coda di Volpe, ma le analisi hanno smentito tale convinzione e siamo venuti poi a sapere dai contadini locali che ci eravamo imbattuti in un’uva detta Coda di Pecora, citata dal Frojo nel 1875 e originaria della Magna Grecia. Per ufficializzare questa scoperta nel 2005 abbiamo eseguito l’esame del Dna atto a certificarne l’autenticità, avviando l’iter – ancora in itinere – per la registrazione del vitigno».
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Sheep, la versione in purezza del Verro
Il Coda di Pecora, pur senza perdere di acidità, matura tardivamente rispetto ad altri bianchi campani, con una vendemmia che si svolge tra la prima e la seconda decade di ottobre. Il Sheep, Terre del Volturno Igt (2.000 bottiglie all’anno) fermenta in acciaio e affina sur lies sino a maggio. L’originale bouquet presenta sentori di mela annurca, ginestra e menta; il sorso è sapido, fresco e dal lungo finale fedele al naso.
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