Prosegue il nostro viaggio fra i vitigni autoctoni campani con il Fenile e il Ripoli. Due varietà in sé poco note, che insieme al Ginestra vanno a comporre il blend del ben più celebre Fiorduva di Marisa Cuomo.
I vini di Marisa Cuomo invecchiano in una cantina scavata nella roccia di origine dolomitico-calcarea: un luogo affascinante, umido e fresco. «In un territorio come Furore (in foto), così caratteristico ed estremo, la cura dell’uva e delle viti – allevate a “pergolato” e piantate sulle pareti rocciose verticali sino a 600 m – diventa un lavoro del tutto manuale, a contatto con la natura», racconta Andrea Ferraioli, marito di Marisa. «I vitigni sono i classici del territorio: Falanghina e Biancolella per i bianchi, Piedirosso e Aglianico per i rossi».
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Fiorduva, blend di varietà ormai rare
Insieme agli autoctoni campani più noti, l’azienda ha puntato negli anni anche sulla riscoperta di varietà dimenticate. Uno dei vini di punta di Marisa Cuomo è infatti il Fiorduva, Costa d’Amalfi Furore Bianco Doc, ottenuto da un blend di Ripoli (40%), Fenile (30%) e Ginestra (30%). In cantina fermenta parte in acciaio e parte in barrique nuove, dove sosta sino a 8 mesi.
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L’apporto del Ripoli e del Fenile
Il Fiorduva esprime profumi di albicocca, fiori di ginestra, con richiami di frutta esotica, mentre in bocca si presenta morbido e denso, dai persistenti sentori di frutta candita. Nel blend, il Ripoli dà complessità aromatica, dapprima con note di frutta esotica e miele, che via via negli anni si traducono in ricordi di pietra focaia. Il Fenile, raccolto tardivamente, offre calore alcolico e calibrata acidità.
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