In occasione della modifica di disciplinare che vede la tipologia Castelli di Jesi Classico Superiore “promossa” a Docg, 15 produttori marchigiani hanno lanciato la prima tappa di una serie di appuntamenti itineranti per valorizzare il territorio e la sua storia.
Probabilmente già a partire dalla prossima vendemmia, «la tipologia Superiore entrerà nella Docg Castelli di Jesi, che finora comprendeva solo la Riserva, andando così a ridisegnare la piramide qualitativa della zona», ha dichiarato il produttore Massimo Bernetti come presidente dell’Istituto marchigiano di tutela vini (Imt). «Con una produzione di 2,5 milioni di bottiglie l’anno, il Superiore andrà così a “rimpolpare” la Docg, che contava sulle 200.000 bottiglie annue della Riserva, dandole anche un maggior peso quantitativo. Tutto questo – che si traduce in una scelta essenzialmente vendemmiale e di resa – da un lato, per dare maggior coerenza e uniformità comunicativa e promozionale e, dall’altro, per focalizzarci sul territorio, non parlando più di vitigno (Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc), ma dei 25 Castelli valorizzando la nostra storia».
L’iniziativa promozionale
Di qui nasce l’iniziativa “The great white wine of Castelli di Jesi” – prima milanese, lo scorso 27 maggio, e poi romana e itinerante nel mondo, con una tournée che dovrebbe toccare le capitali del vino – dove 15 produttori consorziati hanno dato voce ciascuno al proprio terroir (Castello) attraverso questi grandi bianchi Docg. I vini sono stati suddivisi da Cristina Mercuri, wine educator e moderatrice dell’evento, in base all’annata in tre fasi: quella dello slancio dalla 2019 alla 2021, della ricchezza dalla 2012 alla 2018, della grazia dalla 2008 alla 2011. Non tutte le annate erano presenti e a ogni vino abbiamo attribuito un aggettivo che ne esprimesse l’indole.
La degustazione dei Castelli di Jesi Classico Riserva Docg
Tombolini – Castelfiora 2021
comune Staffolo
aggettivo lineare
Le uve arrivano dalla collina con influenza delle brezze marine. Parzialmente affinato in otri di ceramica, è floreale, agrumato, delicato e sottile.
Sartarelli – Milletta 2020
comune Poggio San Marcello
aggettivo complesso
Da un’area più interna, non effettua passaggio in legno. Ha un naso fruttato maturo di susina e un palato ampio e generoso.
Marotti Campi – Salmariano 2017
comune Morro d’Alba
aggettivo allungato
Da suoli più argillosi, che godono dell’influenza mitigatrice del mare. Infatti sembra molto più giovane di quel che è, nonostante l’annata arida e asciutta. Rosmarino e tocco finale flinty.
Vignamato – Ambrosia 2016
comune San Paolo di Jesi
aggettivo completo
Da un’area costiera piccola e protetta, da singolo vigneto. Fermentazione e affinamento in cemento. Colore evoluto, bouquet di frutta candita, fumè, iodio, tabacco, sorso avvolgente, fine e sapido.
CasalFarneto – Crisio 2018
comune Serra de’ Conti
aggettivo solido
Clima continentale mitigato dal fiume che attraversa la zona. Tre vendemmie e uso del legno che conferisce volume e stratificazione.
Villa Bucci 2008
comuni Montecarotto e Serra de’ Conti
aggettivo esemplare
Sembra giovane ma non lo è. Definito, preciso e polposo con lungo finale tostato; sa di camomilla, affumicato e tabacco.
Santa Barbara – Tardivo ma non Tardo 2016
comune Montecarotto
aggettivo promettente
Solo acciaio per un vino frutto di un’annata che pare sempre una ragazzina. Erba tagliata, floreale, pietra focaia; elegante, di grande equilibrio, vibrante d’acidità.
La Staffa – Selva di Sotto 2015
comune Staffolo
aggettivo resiliente
Le uve arrivano da un vigneto a 500 metri. Generosità e opulenza data dall’annata calda, ma con un’acidità tagliente.
Poderi Mattioli – Lauro 2018
comune Serra de’ Conti
aggettivo generoso
Solo acciaio. Nasce da una vendemmia difficile (tra piogge e caldo). Intenso e maturo, dal frutto un po’ generoso.
Tenuta di Tavignano – Misco 2013
comune Cingoli
aggettivo felice
Siamo a sud-est della denominazione, da singolo vigneto impiantato nel 1992 con cloni selezionati. Profumi di fiori di campo, fruttati dolci e di nocciola; sorso elegante e fruttato con finale asciutto.
Montecappone – Utopia 2011
comune Staffolo
aggettivo leggiadro
Il terreno sabbioso lo ingentilisce. Naso riservato e austero, con note di pompelmo e cera d’api; bocca gentile, sottile e delicata.
Pievalta – San Paolo 2016
comune San Paolo di Jesi
aggettivo contemporaneo
Solo acciaio per uno stile volutamente lineare ed essenziale. Bouquet sottile, agrumato di pompelmo e frutta secca; al palato acidità spiccata e frutto delicato.
Garofoli – Gioacchino Garofoli 2010
comune Montecarotto
aggettivo opulento
Il mix di argilla e sabbia dei suoli conferisce opulenza. Colore intenso, sa di cedro, frutta candita, cera e incenso, per un palato saporito e succoso di susina gialla, con lungo finale di tabacco.
Fattoria Coroncino – Stracacio 2017
comune Cupramontana
aggettivo ostinato
Rese molto basse (20 q/ha), annata calda, macerazione e fermentazione spontanea conferiscono complessità al naso (succo di albicocca) e volume al palato (frutta matura, pepe, balsamico).
Umani Ronchi – Plenio 2008
comune Cupramontana
aggettivo impeccabile
Da suoli argillosi; fermentazione al 40% in legno. Colore dorato, profumi floreali (arancio), agrumati e di pietra focaia; sorso fruttato, intenso e lungo (tostato).
Foto di apertura: Rebecca Ridoli (per Pievalta), Ampelio Bucci (Villa Bucci), Gianluca Mirizzi (Montecappone), Gianluca Garofoli, Lorenzo Marotti Campi, Michele Bernetti (Umani Ronchi), presidente di Imt, Riccardo Baldi (La Staffa), Ondine de La Feld (Tenuta di Tavignano), Niccolò Ventura (per Santa Barbara), Valerio Canestrari (Fattoria Coroncino), Maurizio Ceci (Vignamato), Tommaso Chiacchiarini (Sartarelli), Fulvia Tombolini, Francesco Ceci (Vignamato), Carlo Paoloni (Tombolini), Federico Pecchia (per CasalFarneto), Giordano Mattioli (Poderi Mattioli)