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I ristoranti amici del vino: Rifugio Predaia “ai Todés’ci”

30 Novembre 2012 Elena Erlicher

Il ristorante

Sui prati della Predaia, al culmine di una stradina che attraversa il bosco, meta prediletta di caprioli e lepri, si raggiunge il rifugio “ai Todés’ci” . Qui, un tempo, raccoglievano il fieno i contadini provenienti dall’Alto Adige (da cui il nome “ai tedeschi”); oggi si mangia e, volendo, si dorme godendo di una spettacolare vista sulla catena montuosa delle Dolomiti del Brenta. Nel 2009 la gestione dell’insegna passa allo chef Fabio Bertoldo che, insieme alla moglie Silvia Paoli e alla mamma Paola, accolgono gli ospiti proponendo loro le migliori specialità trentine, alle quali non mancano però di aggiungere qualche personale guizzo creativo. Così, accanto ai grandi classici locali come la carne salada, l’orzotto al Teroldego o al Marzemino, gli strangolapreti, le varie tipologie di canederli e lo spezzatino di cervo con polenta di Storo, si possono assaggiare pietanze assai più elaborate. Qualche esempio: il tortino di mortandela con salsa di formaggi di malga su letto di mele rosse le flambate alla grappa, il carpaccio di piovra su misticanza con speck e pane nero, le piccatine di capriolo al Porto con riso basmati e cicorietta selvatica. Il rifugio si compone di due sale e terrazza panoramica con vista sulla valle. Per gruppi di 10-15 persone si organizzano, su prenotazione, serate a tema di degustazioni e abbinamenti.  

Carta dei vini

Selezionano i vini: Fabio Bertoldo e Silvia Paoli. A 13 euro: Pinot bianco di De Tarczal, Pinot grigio della Cantina La-Vis, Teroldego Rotaliano e Marzemino di Mezzacorona. A 14 euro: Lagrein Castel Firmian sempre di Mezzacorona. A 15 euro: Nero d’Avola di Feudo Arancio.

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