In Italia

In Italia

I primi 40 anni di Banfi: cosa è cambiato (e i prossimi traguardi)

24 Settembre 2018 Emanuele Pellucci
Quarant’anni passati in un "fiat": è questo il traguardo che Banfi taglia nel 2018, un evento che l’azienda fondata dai fratelli italo-americani John e Harry Mariani hanno voluto festeggiare con una serie di iniziative in Italia e nel mondo.
Dopo Siena, Roma e Strevi, martedì scorso è toccato a Firenze ospitare, nella suggestiva cornice del Piazzale Michelangelo, l’evento consistente in un viaggio emozionale attraverso i vini che hanno fatto la storia di Banfi con una degustazione a banchi d’assaggio suddivisa per decadi.

Correva l'anno 1978..

«Era il 1978 quando la famiglia Mariani acquistò i primi terreni a Montalcino e misero a dimora le prime barbatelle di Sangiovese», ci dice Remo Grassi, presidente di Banfi Società Agricola e direttore delle risorse umane, nonché montalcinese Doc (in azienda dal 1980). «Da allora sono trascorsi quarant’anni di straordinaria passione, di continue ed avvincenti sfide, di irripetibili successi. Un percorso importante per Banfi che, in soli quattro decenni, ha realizzato una bellissima storia costruendo un marchio conosciuto in tutto il mondo e legandosi indissolubilmente allo sviluppo di Montalcino e del suo territorio».    

A 40 anni Banfi tira le somme (e guarda al futuro)

«Tutto sommato siamo un’azienda giovane», aggiunge Enrico Viglierchio, presidente di Banfi srl e direttore generale. «Quarant’anni rappresentano per noi un traguardo importante perché alcuni progetti vedono la loro realizzazione e altri una loro ripartenza. Stiamo tirando perciò le fila su tutti i progetti di Montalcino, così come stiamo lavorando sul concetto di sostenibilità, e inoltre sono dieci anni che abbiamo aperto la struttura della hospitality».

Valorizzare il concetto di "azienda agricola"

«Come si vede, è un percorso breve in termini di anni ma ricco di progetti che guardano al futuro dell’azienda. Il più importante di questi è sicuramente il bilancio di sostenibilità attraverso il quale vogliamo che Banfi diventi un modello di distretto agroalimentare, dove il vino fa la parte del leone, ma non solo. L’obiettivo è valorizzare il concetto di azienda agricola, un vero modello al quale, a mio avviso, dovrebbero tendere i veri distretti agroterritoriali e agroindustriale del nostro Paese».    

Parlando di sostenibilità

Sostenibilità che trova pienamente d’accordo anche Cristina Mariani-May, terza generazione familiare, che coordina le attività dell’azienda con lo stesso amore, la stessa passione e dedizione per produrre vini di qualità. «Come azienda il cui prodotto proviene dalla terra sappiamo che il nostro successo va di pari passo con il rispetto per l'ambiente. Il nostro operare in modo sostenibile deve continuare ad evolversi, tenendo conto del fatto che ogni azione deve essere socialmente equa, sicura per l'ambiente ed economicamente sostenibile. Operare in modo sostenibile deve migliorare il rapporto con l’ambiente senza, però, ostacolare la qualità della produzione».

Un "impero" fra Toscana e Piemonte

Ad oggi Banfi gestisce 3.125 ettari di proprietà tra la Toscana e il Piemonte, con un fatturato relativo al mondo vino, al netto dell’Intercompany, che nel 2017 ha raggiunto 62,1 milioni di euro, toccando 86 Paesi nel mondo. Per quanto riguarda la Toscana, l’amore di Banfi per questa regione l’ha portata ad espandere la sua presenza in altre zone altamente vocate come Bolgheri, Maremma, Chianti e Chianti Classico. L’evento fiorentino, presente per l’azienda anche il direttore commerciale e marketing Rodolfo Maralli, è stato l’occasione per ripercorrere questi quarant’anni attraverso immagini e testi, oltre naturalmente all’assaggio dell’intera gamma di vini Banfi di Toscana e Piemonte.

In degustazione le più preziose vecchie annate

Per gli ospiti, clienti, amici e giornalisti, la chicca finale è stata il banchetto con le vecchie annate dei vini top di Montalcino: Brunello Castello Banfi 1995, Excelsus 1997, Summus 2000, Brunello Poggio all’Oro Riserva 1999 e Brunello Poggio alle Mura 2004. Quarant’anni insomma ben portati, e pensare che chi scrive queste note l’azienda Villa Banfi (come si chiamava all’inizio) l’ha vista nascere! Era appunto il 1978 quando, incontrando a Roma Ezio Rivella, colui che ha dato avvio alla realizzazione del progetto dei fratelli Mariani, ci fu illustrato che cosa sarebbe sorto di lì a poco a Montalcino… In foto: la magnum celebrativa dei 40 anni di Banfi

In Italia

Il Trebbiano d’Abruzzo sta voltando pagina

Un breve viaggio nella regione ci ha consentito di conoscere alcuni paladini […]

Leggi tutto

Vini di Montagna (10): la Val di Cembra – seconda puntata

Per favore Accedi per vedere questo contenuto. (Non sei registrato? Registrati!)

Leggi tutto

L’Antica Bottega del Vino apre a Cortina in occasione dello Olimpiadi

Lo storico locale veronese, di proprietà di 10 Famiglie Storiche, sarà la […]

Leggi tutto

Tenuta San Guido e CNR: un accordo per la tutela del Viale dei Cipressi di Bolgheri

Un programma quinquennale monitorerà la salute degli alberi, reintegrando quelli compromessi con […]

Leggi tutto

Simply the best 2025, i protagonisti della settima edizione

Il 10 marzo il Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano […]

Leggi tutto

Top Guide Vini 2025: l’unanimità solo sui classici e le altre peculiarità dei giudici

Tra le 2.643 etichette entrate nella nostra superclassifica, tre hanno visto convergere […]

Leggi tutto

Vinchio Vaglio: ode alla Barbera d’Asti

La cooperativa, che oggi riunisce quasi 200 soci e 500 ettari vitati, […]

Leggi tutto

I have a dream. Il sogno utopico di un mondo del vino all’insegna dell’alleanza

Per favore Accedi per vedere questo contenuto. (Non sei registrato? Registrati!)

Leggi tutto

74.99.41: dal 1° aprile anche i sommelier hanno il loro codice Ateco

Come spiega il presidente dell’Aspi Giuseppe Vaccarini, “grazie a questa novità, la […]

Leggi tutto
X

Hai dimenticato la Password?

Registrati