Agli italiani piace lo Champagne: lo confermano le 6,8 milioni di bottiglie di ben 466 marchi diversi che lo scorso anno sono entrate nel nostro Paese, segno della particolare attenzione che il consumatore nazionale rivolge a questo prodotto. Vanno forte soprattutto le etichette delle grandi Maison, che occupano in Italia una quota di mercato pari all’85%; mentre le etichette di vigneron e cooperative si attestano su valori decisamente più contenuti, rispettivamente il 9% e il 6%.
L’Italia attualmente è il quarto mercato al mondo per lo Champagne a valore, dopo Gran Bretagna, Stati Uniti e Germania, e il quinto a volume (preceduto in tal caso dal Belgio). E questo è un dato indicativo del fatto che, tra le altre piazze mondiali, il nostro Paese si distingue per la forte domanda di bottiglie di pregio. I millesimati da soli rappresentano, infatti, il 7% delle importazioni; le cuvée speciali, il top di gamma di ogni produttore, detengono il 5% del mercato e i Rosé, in costante crescita, il 6%.
È facile, quindi, intuire quanto sia importante per il Civc (che riunisce tutte le Maison e viticoltori della Champagne) investire in un mercato con grandi potenzialità di espansione come il nostro, soprattutto alla luce dell’aumento export mondiale del +16% registrato nei primi sei mesi del 2010.
La Giornata dello Champagne, organizzata dal Centro Champagne, braccio operativo italiano del Civc, si è svolta il 6 ottobre nel complesso di Santo Spirito in Saxia a Roma e ha visto la partecipazione di 700 professionisti della ristorazione e del vino. Con 150 cuvée presentate da 54 marchi, è stata un’occasione per poter assaggiare le più diverse interpretazioni di questo prodotto.