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Giacomo Tachis – Man of the Year 2011 – premiato a Palazzo Antinori

29 Aprile 2011 Alessandro Torcoli
Una grande emozione, mercoledì sera a Palazzo Antinori, dove il grande enologo Giacomo Tachis ha ricevuto ufficialmente il premio "Man of the Year 2011" della rivista britannica Decanter. Una trentina di amici si sono stretti attorno a Tachis, che ha ricevuto il prestigioso riconoscimento, un decanter di cristallo, dalla publishing director della rivista britannica, Sarah Kemp. Ha aperto la cerimonia il padrone di casa, il marchese Piero Antinori, con parole toccanti per il premiato, che è stato a lungo direttore tecnico della Casa vinicola fiorentina. "Quando cominciai a prendere le redini di questa nostra azienda", ha detto Antinori, "due persone fondamentali mi appoggiarono subito: Giovanni Santoni, storico direttore commerciale, che ci ha lasciato diversi anni fa, e il direttore tecnico, Giacomo Tachis. Egli ha vissuto una delle fasi più importanti e delicate non solo della nostra azienda, ma del mondo vitivinicolo toscano: finiva la mezzadria con la sua coltura promiscua e ci si avviava verso la specializzazione. Un momento difficile, con grandi stimoli. Abbiamo viaggiato insieme, visitando zone viticole straordinarie.... In particolare, ricordo come determinante l'incontro con il professor Émile Peynaud, che ci incoraggiò a seguire la strada dell'alta qualità". Ha preso quindi la parola Sarah Kemp, per leggere le motivazioni, articolare e commoventi, di questa scelta: "Giacomo Tachis ha avuto un'influenza straordinaria sul rinascimento vino italiano. E' un ottimo risultato realizzare un grande vino, straordinario crearne più d'uno, ma è davvero speciale averne firmai così tanti di altissimo pregio e aver contribuito all'innalzamento qualitativo di interi territori, pensiamo in particolare alle Isole. Ha la straordinaria abilità di catturare il meglio dei terreni italiani. I suoi vini, pur innovativi, sono sempre legati alla tradizione, non trascurando il dettaglio degli aspetti tecnici, come le selezioni clonali  o l'uso accorto della malolattica... Ma conta soprattutto, nella sua opera, l'autenticità del vino quale espressione del territorio. Premiamo un enologo, non un produttore, ma anche se il suo nome non compare sulle etichette è nello spirito dei vini. Infine, teniamo a rimarcare che Giacomo Tachis non ha semplicemente percorso una grande carriera, ma ha soprattutto lasciato un'eredita fenomenale!". Tutto vero, e la prova era visibile nella sala che lo applaudiva. C'erano i famosi committenti (Nicolò Incisa della Rocchetta della Tenuta San Guido, Massimo Bernetti di Umani Ronchi, Carlo Guerrieri Gonzaga della Tenuta San Leonardo, Franco Argiolas, Christopher Falchini...), ma c'era anchei suoi "discepoli": Graziana Grassini, Carlo Casavecchia, Umberto Trombelli... E persino un compagno di scuola (l'Istituto enologico di Alba), divenuto anch'egli un personaggio importante, anche se al riparo dalle luci della ribalta, nel mondo del vino: il mediatore di uve e vini Francesco Cima, forse il più profondo conoscitore delle vigne di Langa e dintorni. Visibilmente commosso, Giacomo Tachis ha ringraziato con le parole d'amore per il vino che siamo soliti ascoltare, pendendo dalle sue labbra. Di notevole spessore, infine, il ringraziamento ufficiale letto dalla figlia Ilaria Tachis, che volentieri pubblichiamo: "A nome di mio padre e della mia famiglia" Infine, una nota di colore evidenziata da Sarah Kemp: "E' curioso che, 25 anni dopo il primo Premio Man of the Year attribuito a un italiano (1986), Piero Antinori, sia lui stesso a ospitare la premiazione del terzo italiano insignito del nostro riconoscimento". Per la cronaca, nel mezzo (anno 1998) fu premiato Angelo Gaja. La premiazione si è conclusa con una cena in onore di Giacomo Tachis, accompagnata da due capolavori: Cervaro della Sala 2001 e Tignanello 1982.

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