In occasione dei 20 anni della Docg si è svolta a Milano la manifestazione "Tutto il Gavi", che ha portato il bianco piemontese il 26 marzo nello splendido palazzo dei Giureconsulti. Oltre al banco d’assaggio con l’annata 2017, particolarmente interessante è stata la retrospettiva che ha permesso di assaggiare 20 etichette di Gavi di varie aziende aderenti al Consorzio, che dal millesimo 2016 sono andate indietro nel tempo di 10 anni, fino alla vendemmia 2007.
Ed ecco la sorpresa.
Buono da giovane, il Gavi sorprende più evoluto
Siamo abituati a considerare il Gavi un bianco semplice, da bere subito per assaporare al meglio i suoi delicati sentori floreali e fruttati. Niente di più sbagliato. Con gli anni questo vino beverino e fresco tramuta i suoi profumi di biancospino, fiori d’arancia, pesca e mela golden in un quadro aromatico di grande complessità e profondità. E sorprendentemente mantiene al contempo una freschezza insospettabile. Merito senz’altro del terroir, dove è allevato il Cortese.
Una storia che risale al 972
Quest'uva beneficia di una posizione privilegiata tra il mar Ligure e le montagne appenniniche: qui può contare su suoli marnosi, calcarei e argillosi che assicurano nel bicchiere sapidità e longevità. Queste colline erano rinomate per la produzione di vino già nel 972, anno a cui risale la prima testimonianza scritta sulla viticoltura a Gavi. Oggi il territorio conta 1.510 ettari coltivati a Cortese e l’85% delle bottiglie è esportato in 70 Paesi. Niente male per un vino che, di solito, si attesta sulla fascia di prezzo compresa tra gli 8 e i 13 euro.