Eccoci qui, con FrescobaldiMontesodi. Sangiovese che nasce nel nobile Chianti Rufina, nobile più per eleganza che per potenza. Proviene da una vigna a 400 metri sul livello del mare, prestigiosa porzione dei 326 ettari che costituiscono la tenuta del Castello di Nipozzano. È vino di lettere, più che di guerra. Prodotto dalla Frescobaldi, il cui motto oggi è "Cultivating Toscana Diversity", ossia "Coltiviamo la diversità della Toscana", ci ha sorpreso perché sembra raccontare non sono l'andamento delle annate, com'è naturale per un vino di pregio, ma l'intera filosofia produttiva della famiglia.
Tre mutamenti chiave in Frescobaldi Montesodi
Per esempio, tre fattori sono mutati nei 42 anni di Montesodi (prima annata 1974): le tecniche colturali (passate dal cordone speronato al Guyot disteso, che garantisce grappoli più spargoli e maturazioni più omogenne), di gestione delle viti (la pratica della defogliazione, che apre le chiome, e riduce i rischi di attacchi fungini oppure la pratica della vendemmia verde, nella seconda o terza settimana di agosto, per aumentare la concentrazione del frutto e favorirne la maturazione), l'uso di tecniche per la concentrazione del mosto in cantina (come il salasso prima della fermentazione alcolica, che si usava negli anni in cui il trend parkeriano richiedeva vini densi). Persino la decisione di rinunciare al pur lecito nome della denominazione Chianti Rufina, etichettando Montesodi come Igt, di fatto racconta un passaggio importante, vissuto da molte famiglie toscane del vino, quando il nome di questa terra eletta era infangato da volumi di vini dozzinali chiamati Chianti, per cui le espressioni più pregiate, proposte a prezzi decisamente più sostenuti, non venivano capite.
Ecco le nostre impressioni sulle annate assaggiate al Principe di Savoia di Milano lunedì 16 maggio.
1974
Emozionante incontrare la prima annata di Montesodi. Il colore è diafano, degnamente aranciato. Il naso è intrigante, tra note di cuioio e scatola di sigaro, e ricordi pugna secca e cannella. La grana tannica sostiene ancora i vino, così come una lodevole acidità, con pochi o nulli cedimenti alla rotondità. Buona lunghezza, ma sorprendente finale di vinacciolo che ci ricorda i caratteri di un'annata fresca buona, ma non perfetta (86/100)
1985
Rubino ancora vivo. Al naso ha un bouquet molto ampio, con ricordi di polvere di caffè, fragola, sottobosco, tartufo nero. Al palato rivela una nobile rotondità con freschezza e straordinaria persistenza. È anche balsamico e mentolato. Splendido (96/100)
1990
Colore denso, al naso corrisponde concentrazione di frutti (neri, mirtilli e more), lampone, e un tocco un po' animale, di cuoio e pelliccia. Ottima lunghezza e notevole rotondità (94/100)
1993
Naso diritto, pulito, particolarmente fruttato (prugne, more). Il corpo è gentile, di buona lunghezza, conferma il fruttato sul finale con un'eccezionale freschezza (90/100)
2000
Il colore è straordinariamente concentrato, così come il naso intenso e dolce di lampone e vaniglia. Anche in bocca è denso, di media persistenza. A tutto tondo (84/100)
2004
Rubino brillante, naso complesso, dalle note balsamiche, di legno di cedro, ai frutti rossi. Equilibrato, di alcol e acidità, morbido, con finale leggermente amaro (90/100)
2006
Profondità all'olfatto, sottobosco (foglie, terra), mirtilli, rosmarino e accenno pannoso. Ottimo equilibrio al palato, ancora di frutto e sottobosco. Persistente (92/100)
2010 (ultima annata come "Chianti Rufina")
Profumi ntensi, ma con note ancora evidenti di baccello di vaniglia. Caramello e prugna matura. Molto morbido, con sensazioni avvolgenti e dolci, finale amarognolo leggermente tannico. Potente, e avvolgente (88/100)
2012 (passaggio alla sola botte grande)
Naso dolce, piacevolmente balsamico (legno di cedro), austero ma senza rinunciare alle piacevoli note fruttate. Bocca piena, tannino setoso, rotondo, con ottima acidità e persistenza (90/100)