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Fiano delle Puglie: nasce il comitato promotore della Dop

23 Gennaio 2013 Elena Erlicher
Sono stati fatti i primi passi che porteranno all'approvazione della denominazione Fiano delle Puglie. Lunedì 21 gennaio, si è costituito il Comitato promotore della Dop alla presenza dell’assessore regionale alle Risorse agroalimentari Dario Stefàno.

LE AZIENDE CHE FANNO PARTE DEL COMITATO - È stato nominato presidente Giuseppe Palumbo, amministratore delegato di Tormaresca, vicepresidente è Sebastiano de Corato della Cantina Rivera e tesoriere Cosimo Varvaglione dell'omonima azienda vinicola. Gli altri produttori che fanno parte del Comitato sono: Botromagno di Gravina in Puglia (Bari), Cardone di Locorotondo (Bari), Paolo Leo di San Donaci (Brindisi), Conte Onofrio Spagnoletti Zeuli di Andria e Torreventodi Corato (Bari).

L'ITER PER L'APPROVAZIONE DELLA DOP - Il Fiano è un'antica varietà a bacca bianca che sembra sia stata introdotta in Puglia dagli Angioini nel XII secolo. Il primo atto del Comitato, in accordo con il Movimento turismo del vino Puglia e l'Assoenologi di Puglia, Basilicata e Calabriala, sarà quello di presentare al ministero delle Politiche agricole la domanda per il riconoscimento della Dop, la cui relazione tecnica è stata redatta dal professor Antonio Calò, presidente dell’Accademia della Vite e del Vino. OBIETTIVO DELLA REGIONE: RIDURRE IL NUMERO DELLE DOP - «Oggi parte un progetto improntato alla qualità di uno dei vitigni storici e più antichi della Puglia», ha detto l'assessore Stefàno. «In questo modo rafforziamo il disegno regionale di aggregazione delle Dop pugliesi con l’obiettivo di ridurne il numero, raggruppandole attraverso poche denominazioni ombrello intorno ai vitigni autoctoni. Quello che più ci ha convinto nell’intraprendere questo impegno è il fatto di legare ad un elemento fortemente identitario della Puglia, del nostro terroir, della nostra storia produttiva e culturale, com’è il Fiano, un disciplinare di produzione di alta qualità». UN PROGETTO DI VALORIZZAZIONE DEL FIANO - «La volontà del Comitato», spiega Giuseppe Palumbo, «è quella di riscoprire e valorizzare la storia di una produzione da circa un secolo riconosciuta come campana ma che, da sempre, affonda le sue radici in Puglia, la regione che in antichità faceva parte della Enotria, la terra del vino. L'avvio delle pratiche per questo riconoscimento è dettata dalla necessità di produttori e istituzioni di riappropriarsi di questo vitigno, garantendogli il giusto spazio accanto a Negromaro, Nero di Troia e Primitivo».

LE ETICHETTE IN FUTURO A DOP - In futuro, quindi, alcuni dei Fiano Igp Salento o Puglia potrebbero ricadere sotto la nuova denominazione Fiano delle Puglie: per esempio, il Roycello di Tormaresca, lo Scariazzo di Rivera che fermenta parzialmente in barrique e il Matervitae Fiano di Torrevento.

 

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