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Etichette NFC. Il vino parla dallo smartphone

30 Aprile 2015 Monica Sommacampagna
Quante volte, davanti a una bottiglia di vino, avremmo voluto che l’etichetta ci raccontasse tutto, ma proprio tutto, sulla sua storia e le sue origini. Nasce così, nel 2014, l'idea che la start up milanese Viveat ha presentato a Milano a Seeds & Chips, il primo salone internazionale dedicato all’innovazione digitale nella filiera agroalimentare ed enogastronomica. Una piattaforma per il mobile, basata su tecnologia NFC (Near Field Communication), e un'etichetta che ci “parla” attraverso lo smartphone.

Etichette NFC per il vino. What?

La domanda è nata spontanea. Come funzionano le etichette NFC per il vino? «Ci serviamo di una tecnologia simile al Bluetooth, già predisposta e attivabile sul cellulare. Avvicinando il dispositivo a una bottiglia dotata di etichetta NFC si accede a una landing page ricca di contenuti utili sul vino» spiega Marcello Gamberale Paoletti, fondatore e CEO di Viveat, partecipata anche da Nicolò Zambello, Giacomo Zucco e Mikamai srl.

Oltre il concetto di QR code

Il concetto è simile a quello del QR code che, scaricando un programma apposito su smartphone, permette di attingere a numerose informazioni non appena ci si avvicina a un prodotto contrassegnato dal relativo codice a barre bidimensionale. Ma con una differenza sostanziale: essendo la tecnologia NFC già predisposta nello smartphone, non è necessaria nessuna installazione preliminare di applicazioni mobile. Tutto avviene in automatico via browser non appena i due dispositivi, chip e cellulare, si avvicinano.

Utile strumento anti-contraffazione del vino

Quali sono i vantaggi? L’etichetta NFC permette di attingere subito, nella propria lingua, a informazioni tecniche sulla provenienza e sugli abbinamenti di un vino, a contenuti multimediali interessanti e a servizi come l’acquisto online. Ma permette inoltre di tracciare statisticamente la distribuzione del prodotto e, grazie ad un codice univoco, di fornire un’immediata garanzia della sua autenticità. In questo senso Marcello Gamberale Paoletti sottolinea le potenzialità del sistema come strumento anti-contraffazione per il vino, dal momento che permette in tempo reale la tracciabilità e l’autenticazione del prodotto.

Tam tam a partire dalle cantine

La tecnologia NFC, alla base, ad esempio, dei pagamenti via cellulare, sta registrando un momento fortunato nel mondo. Lentamente, a piccoli passi, suscita interesse anche nel mondo vitivinicolo. «Le etichette NFC per il vino incidono per meno del 5% sui costi di produzione di bottiglie in vendita al consumatore a partire dai 10 euro, cioè di media e alta gamma», continua Gamberale. «È una scelta strategica a lungo termine per una tecnologia che sta rivelando un elevato potenziale». In questi giorni Viveat sta trattando con una ventina di importanti Cantine che fungeranno da testimonial per il lancio delle etichette NFC per il vino; dall’estate è prevista inoltre una campagna mediatica su più vasta scala per sensibilizzare un maggior numero di produttori.

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