Cemento e asfalto rosicchiano ogni anno prezioso terreno all’agricoltura, per cui fa un certo effetto veder istituire dall’Unione europea premi a favore di chi estirpa il proprio vigneto. Ma il Vecchio Continente produce più vino di quanto ne assorbano i consumi, e quindi il provvedimento ha una sua logica. Però è da mezzo secolo che la comunità europea spende fior di quattrini per risolvere questa crisi di sovrapproduzione. Ha cominciato cercando di eliminare il surplus distribuendo aiuti per distillarlo. Col risultato di incoraggiare molte aziende, soprattutto nel Sud, a produrre non per il mercato ma per la distillazione agevolata, perpetuando così la situazione. È l’esito fallimentare di quella politica che l’ha spinta adesso a incentivare l’eliminazione dei vigneti. Il che significa spendere due volte per ottenere un risultato, l’eliminazione delle imprese antieconomiche, che il libero mercato avrebbe provocato immediatamente: bastava predisporre qualche ammortizzatore sociale, molto meno costoso. Con l’accanimento terapeutico si può solo sbagliare.
