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Ermenegildo Giusti: lo “zio d’America” si affida a Graziana Grassini

25 Novembre 2020 Alessandro Torcoli
Ermenegildo Giusti: lo “zio d’America” si affida a Graziana Grassini

Graziana Grassini è l’enologa scelta da Ermenegildo Giusti per la sua cantina nel Montello, in provincia di Treviso. L’annuncio del suo incarico è anche l’occasione per parlare degli ottimi risultati di Giusti Wine e per lanciare un appello agli altri produttori: lavorare insieme per il territorio.

Siamo a Nervesa della Battaglia, nel Montello, in provincia di Treviso, che l’italo-canadese Ermenegildo Giusti pronuncia “Montellow”. Il suo è un progetto di bellezza, figlio di quell’urgenza che prende alcuni imprenditori di successo, illuminati, i quali desiderano restituire un poco della loro immensa fortuna alla società e, nel caso particolare, alla propria terra di origine.

Il sogno americano di Ermenegildo Giusti diventato realtà

Da bambino, di ritorno a casa dalle scampagnate corsare in bicicletta tra i filari, sente parlare dei parenti in America, sogna l’America e a 18 anni parte per il Canada, poiché intorno vede molta povertà e poche prospettive. Oltreoceano costruisce case, grattacieli, fa affari con il petrolio, dà lavoro a migliaia di persone: insomma, crea una delle aziende “italiane” più forti del Canada. «E in quegli anni», assicura, «non ho mai smesso un momento di promuovere l’Italia, dagli abiti al cibo».

L’Abbazia di Sant’Eustachio, per il cui restauro e messa in sicurezza Giusti ha donato 2 milioni di euro

Investimenti a casa

Giusti comincia a investire in Italia nel 2000. Complice la crisi del 2008 riesce a collezionare le più belle proprietà del territorio. Ma non solo: dona 2 milioni e 300 mila euro per mettere in sicurezza e ristrutturare i ruderi dell’Abbazia di Sant’Eustachio, un monastero soppresso nel Cinquecento dall’aspetto intensamente romantico. In dieci anni, Giusti investe 70 milioni nel Montello, la sua missione è promuoverlo in tutto il mondo. «Se avessi investito a macchia leopardo in Italia», spiega l’imprenditore, «non avrei avuto un forte impatto. Invece il mio desiderio è quello di portare un esempio di lavoro in armonia con natura. Abbiamo riportato i fagiani e le pernici, che erano spariti. Curiamo le vigne meticolosamente e le pettiniamo come giardini. L’esempio è la cosa migliore».

La scelta dell’enologa

L’occasione di incontro con il signor Giusti nasce dal fatto che è appena entrata nella squadra di Giusti Wine l’enologa Graziana Grassini: «Dicono che la nostra sia una delle più belle cantine italiane», commenta Giusti, «e volevamo anche il migliore enologo». Da sempre attenti all’ambiente, contrari a diserbanti e pesticidi, 30 ettari di agricoltura biologica, era giunto il momento di dare un carattere forte ai vini.

L’enologa Graziana Grassini, che ha appena iniziato la sua collaborazione con Giusti Wine

Una sfida per Graziana Grassini

Così Graziana Grassini commenta la chiamata nel Montello: «Felice di aver ricevuto questa richiesta di collaborazione al Nord, per dedicarmi ai bianchi, che sono la mia passione, e al Prosecco, per creare un Prosecco Superiore di una certa importanza. Essendo Toscana, da 20 anni mi occupo quasi esclusivamente di rossi. Mi considero una “bianchista” nata curiosamente in una terra di vini rossi. Sono appassionata di profumi e il mio obiettivo è quello di esprimere al meglio il territorio».

Si vince solo insieme

Ermenegildo Giusti non risparmia una dura critica al territorio: «Sono stupito che nella Marca Trevigiana non ci sia spirito di gruppo. Si promuovono (alcuni) singoli brand, ma per il resto si è fatto un pessimo lavoro di marketing. Eppure, siamo circondati da aziende storiche e interessanti, ma alcuni guardano solo al prezzo e alla bottiglia lucida da vendere in Cina. Sono tutti contenti nel loro piccolo e nessuno collabora. Mi auguro che le prossime generazioni siano più unite! Perché si vince solo insieme».

Buoni risultati nonostante il Covid

Infine, Giusti preannuncia un bilancio lusinghiero anche in quest’annata difficile: «Per ora vendiamo il 98% all’estero e questo ci consentirà di chiudere anche quest’anno, probabilmente, con un +30%». Un ottimo risultato, considerando che, sempre secondo le sue stime, gli effetti della pandemia potrebbero essere devastanti: «Nei prossimi anni potrebbero morire tra il 30 e il 50% delle aziende». Una catastrofe, da scongiurare uniti.

In apertura: l’interno della sede di Giusti Wine

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