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Enoturismo in crescita, ma serve un coordinamento centrale. Lo dice il Movimento turismo del vino

8 Febbraio 2012 Civiltà del bere
L’enoturismo in Italia guadagna spazio e adesioni, dimostrandosi settore importante nell’offerta turistica della penisola accanto ad altre tipologie di vacanza (culturale, wellness, d’affari). «Dopo anni di crescita continua, l’enoturismo è pronto per diventare un asset importante della voce turistica italiana. Per questo il Movimento turismo del vino chiede un coordinamento a livello centrale» dichiara Chiara Lungarotti, presidente del Movimento Turismo del Vino, in apertura all’International Wine Tourism Conference di Perugia. Ricordando come l’enoturismo rappresenti un valore aggiunto sempre più pesante in termini di bilancio (5 miliardi di euro l’anno, secondo il Movimento Turismo del Vino), la Lungarotti ha esposto i risultati delle indagini di settore più recenti, descrivendo un comparto turistico in fermento: «Il nostro pubblico è sempre più giovane, con il 70 per cento degli ospiti under 50; è sempre più connesso, con circa due terzi della domanda che sceglie le proprie destinazioni attraverso il web; e soprattutto è sempre più in grado di alimentare flussi destagionalizzati. Sono poche infatti le differenze negli arrivi di tre stagioni su quattro (primavera, estate, autunno). Basti pensare che il mese di gran lunga preferito è maggio. Per questo e per mille altri motivi è giusto e conveniente puntare su vino e territori rurali, due tra le più affermate voci del nostro made in Italy». Concorda con Lungarotti il capo di Gabinetto del ministero del Turismo, Giuseppe Greco, che vorrebbe integrare la storica gestione regionale della promozione turistica con una più ampia valorizzazione statale del territorio: «È necessario individuare forme di raccordo sempre più strette tra regioni e Stato, perché è giusto che l'immagine turistica italiana all'estero sia sempre meno frammentata e sempre più unitaria oltre che corretta. E l’enoturismo è una leva fondamentale che dobbiamo considerare per recuperare competitività nella nostra offerta».

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