È nato (l'atto costitutivo è stato firmato il 13 gennaio scorso) il Consorzio delle Doc - FVG. Si tratta di una società consortile che ha, come soci fondatori, i Consorzi di tutela Vini Doc Friuli Annia, Friuli Aquileia, Friuli Colli Orientali e Ramandolo, Friuli Grave, Friuli Isonzo, Friuli Latisana. Ovvero, tutto il “vigneto Friuli Venezia Giulia”, tranne la Doc Collio-Carso. Per il primo biennio è stato nominato presidente Giorgio Badin, che ricopre il medesimo ruolo nell'ambito della Doc Friuli Isonzo; il vicepresidente è Marco Rabino (Friuli Aquileia), mentre la carica di segretario è stata affidata a Pierluigi Comelli, della Doc Colli Orientali e Ramandolo.
Obiettivo del Consorzio è (recita lo Statuto) “quello di promuovere, valorizzare ed estendere in Italia e all’estero la diffusione e la conoscenza dei vini prodotti all’interno della Regione Friuli Venezia Giulia nelle sue varie denominazioni, e dei prodotti agroalimentari tipici della Regione Friuli Venezia Giulia”. Una mission che, secondo il presidente Badin, si può raggiungere senza creare nuove strutture, ma utilizzando in maniera intelligente (che vuol anche coordinamento e valorizzazione) le risorse umane – e le strutture – già disponibili all'interno degli enti consorziati.
La promozione e l'assistenza tecnica sono i due temi sui quali, almeno in questa fase di avvio, si concentrerà l'operatività del nuovo organismo. «Insieme al Trentino», sottolinea Badin, «siamo all'avanguardia nella lotta guidata; è giusto farlo sapere, ed è giusto credere, come noi crediamo, nella possibilità di fare del Friuli Venezia Giulia una regione viticola “verde” sul piano della lotta fitosanitaria, in linea con le nuove disposizioni comunitarie, che diventeranno obbligatorie nel 2014». Soddisfazione per la nascita del nuovo organismo è stata espressa dall'assessore regionale alle Politiche agricole Claudio Violino, che ha definito il Consorzio dei Consorzi «importante da punto di vista pratico ma anche sotto il profilo simbolico: c'è la possibilità di trovare sinergie, al di là della promozione, anche per quanto attiene alla politica nel comparto vitivinicolo regionale».