Fermi tutti, è morto Gerard Basset. Un minuto di silenzio, e non basterebbe un’ora. Scriviamo di getto queste righe, sospendendo ogni attività, perché quando viene a mancare un Basset crolla un pezzetto di mondo.
Il mondo del vino dovrà dedicargli una piazza, almeno. Ma non perché fosse il potente di turno, al contrario: perché era il più potente di tutti eppure non ne approfittava mai. Era il più bravo, e non lo faceva mai pesare. Tutte doti rare, o quasi introvabili nel nostro circo. Classe 1957, aveva collezionato tutti i titoli possibili: Master of Wine, Master Sommelier, Cavaliere in Inghilterra (lui francese!), campione del mondo dei sommelier (Asi 2010)… e da ultimo, Premio Masi Civiltà del Vino.
L’incontro con Gerard Basset
In un attimo noi giurati del Premio Masi ci trovammo d’accordo sul suo nome. Io e lui ci eravamo incontrati proprio grazie alla Masi, nel 2013. Passeggiata a Mazzano, verticale di Amarone… si aggirava per la Valpolicella con gli occhi vispi dello studente avido di conoscenza (eppure era già “Gerard Basset”, il numero uno) e con quel baffo ironico che lo faceva un po’ Clouseau. Come capita spesso coi geni, era inutile domandargli come avesse raggiunto simili vertici: studio, amore per il vino, divertimento. Semplice, no?
All’esame dei Master of Wine
In particolare, quando raccontava dell’esame per diventare Master of Wine diceva che aveva faticato molto. All’epoca non sapeva nemmeno l’inglese, o quasi. E si sentiva debole, specie sui vini rosati. Così, mentre si recava all’esame in automobile, chiese alla moglie di fare una sosta in enoteca. Assaggiò un paio di rosé a lui poco noti, gli capitarono all’esame. Ma questo è solo uno degli episodi di cui Gerard condiva i suoi racconti, e non sappiamo se fossero veri.
Semplicemente il migliore
Ma non importa: Gerard era un grande comunicatore. Innato. Qualità che – unita a esperienza e modestia – lo rendevano semplicemente il migliore. Alla famiglia, ai collaboratori di Gerard e a tutti gli amici che con noi da lui hanno ricevuto senz’altro qualcosa di bello pensiamo in questo momento e ci uniamo nel dolore.