A world apart. Un mondo separato (dal resto del mondo della comunicazione). Così è apparsa – a dispetto dell’interesse suscitato – la quarta edizione della European Wine Bloggers Conference, svoltasi lo scorso weekend in Franciacorta. Un evento che nei suoi intenti voleva coinvolgere non solo i blogger ma anche giornalisti e operatori dal mondo del vino per discutere i punti di incontro tra la cultura del vino e il web e che di fatto si è dimostrato “a porte chiuse”, per chi – stampa inclusa – non si è iscritta entro agosto e non ha pagato circa 300 euro per usufruire del pacchetto degustazioni, seminari e pranzi. Una modalità promozionata sul web da ottobre scorso, come ci ha detto l’organizzazione, e mirata a un pubblico English speaking. Perché, per chi li conosce bene, i blogger sarebbero abituati a pagare cifre del genere; nessuno stupore, quindi, per il portafoglio della categoria. Alcuni degli italiani presenti che non si sono scoraggiati dalla mancanza di traduzione – la stragrande maggioranza era straniera – hanno manifestato alcune curiosità, tra tutte: come sta evolvendo la comunicazione sui blog? Maria Grazia Melegari, ad esempio, blogger di Soavemente wine blog, è rimasta a bocca asciutta su alcune tematiche chiave: «La maggioranza dei presenti era blogger per professione, con attività retribuite nel mondo del vino. Mi aspettavo qualche commento sull’evoluzione della categoria da amatoriali a professionali o un monitoraggio sulla tipologia di partecipanti». La parte più interessante sarebbe stata a suo avviso l’insieme delle degustazioni di vini e come si realizza un piccolo video. «Perché», continua Mariagrazia, al di là del tema principale (to defend the wine story telling) dire che i wine blogger debbano raccontare storie (dei produttori, delle vigne e del vino) non è certo una novità... ».
Ma, al di là delle opinioni soggettive, il dibattito che ci piacerebbe attivare a partire da questa news vorrebbe essere in senso più ampio: come sta evolvendo la comunicazione attraverso i social network e sui blog? Un universo, quest’ultimo, più spesso accusato di essere autoreferenziale. Certo, se le occasioni di confronto e di informazione sono a porte chiuse come la European Wine Bloggers Conference, come negare che si tratti di un “world apart” o pensare di poter attivare un dialogo (possibilmente a due vie)?