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Dove va il mercato mondiale del vino? I dati Oiv 2016

12 Aprile 2017 Emanuele Pellucci
Anno dopo anno la Cina continua nella sua inarrestabile corsa verso il vertice della superficie vitata mondiale. Con 847 mila ettari (+16,8% rispetto all’anno precedente) è saldamente al secondo posto dietro a Spagna (975 mila, pressoché stabile rispetto ai tre anni precedenti) ma davanti a Francia (785 mila) e Italia (690 mila, in leggera crescita rispetto al 2015). Complessivamente il “vigneto mondo” si mantiene intorno ai 7,7 milioni di ettari, mentre la produzione (267 milioni di ettolitri prodotti nell’ultima vendemmia) ha marcato un -3% rispetto al 2015.

Dati Oiv in linea con il 2015

A certificare questi dati è stato il direttore generale dell’Oiv, Jean-Marie Aurand, nel corso dell’annuale conferenza stampa sul tema della congiuntura viticola mondiale, evoluzioni e tendenze, che si è svolta ieri nella sede dell’Organisation a Parigi. Cifre che tutto sommato sono abbastanza in linea con quelle dell’anno precedente, a cominciare dai consumi che, già dopo la crisi del 2008, si sono stabilizzati intorno ai 242 milioni di ettolitri. In calo, seppure del -1,2%, il volume degli scambi (104 milioni di ettolitri) che però hanno fruttato un +2% in termini di valori (29 miliardi di euro).

Diminuzione degli espianti

«Dopo la fine del programma comunitario per regolare il potenziale viticolo dei Paesi dell’Unione Europea», ha spiegato il direttore Aurand, «il ritmo di riduzione della superficie vitata è nettamente rallentato. D’altra parte l’introduzione della nuova regolamentazione che dà la possibilità agli Stati membri di consentire l’incremento delle superfici vitate di un +1% all’anno portano a sviluppi contrastanti delle superfici nei diversi Paesi dell’Unione».

L'Italia è il maggior produttore di vino

L’Italia, come già si sapeva, si conferma al primo posto nella produzione mondiale (50,9 milioni di ettolitri) davanti a Francia (43,5), Spagna (39,3), Stati Uniti (23,9), Australia (13), Cina (11,4), Sud Africa (10,5) e Cile (10,1). Nell’ambito dei Paesi dell’Unione Europea la produzione 2016 è stata di 162 milioni di ettolitri, con un calo del -2,5% dovuto alla minor produzione segnatamente in Francia, Portogallo e Ungheria. Anche in alcuni Paesi dell’emisfero australe la produzione 2016 ha subito arretramenti a dir poco clamorosi, come ad esempio in Sud America dove l’influenza del Niño ha ridotto drasticamente le produzioni: -55% in Brasile, -29% in Argentina, -21% in Cile. La siccità, dopo due anni di ottime rese, ha ridimensionato anche la produzione del Sud Africa, mentre il segno altamente positivo riguarda Australia (+9,4% rispetto al 2015) e soprattutto Nuova Zelanda (+34%).

Consumi, Usa sempre in testa, ma in Italia sono in ripresa

Per quanto riguarda i consumi, gli Stati Uniti rafforzano la posizione di leader mondiale con 31,8 milioni di litri (+2,5% rispetto al 2015), seguiti da Francia (27), Italia (22,5), Germania (20,2) e Cina (17,3). Da notare come in ambito europeo il calo dei consumi nei Paesi tradizionalmente produttori e consumatori ha registrato nel 2016 una pausa: stabile in Spagna e Portogallo, leggermente in arretramento in Francia, ma in sensibile aumento proprio in Italia (+5,3%). In progressione anche il Regno Unito (+1,4%) controbilanciato però dalla decrescita in Germania (-1,8%), Ungheria e Romania. Nei Paesi extraeuropei, oltre alla Cina, il cui incremento rispetto all’anno precedente è stato del +6,9%, buoni risultati vengono dal Sud Africa (+3%) e dal Cile (+5%), mentre Brasile e Argentina arretrano rispettivamente del -12% e -8%.

Spagna Italia e Francia sul podio degli scambi internazionali

In questo rincorrersi di cifre che fotografano, tra alti e bassi, la realtà vitivinicola del 2016, il direttore generale dell’Oiv ha sottolineato come, anche nel settore degli scambi internazionali, considerati come somma delle esportazioni di tutti i Paesi, si è registrata una leggera flessione rispetto all’anno precedente in termini di volume (104,1 milioni di ettolitri) a fronte però di un incremento del +2% per quanto riguarda i valori (28,9 miliardi di euro). Spagna, Italia e Francia sono i maggiori Paesi esportatori che da soli coprono il 55% in volume del mercato mondiale (57,5 milioni di ettolitri e 16,5 miliardi di euro in valore).

I nostri vini e quelli dei cugini d'Oltralpe in rialzo

In particolare, i vini italiani e in parte quelli francesi hanno segnato un rialzo, così come i cileni e gli australiani, mentre quelli spagnoli (lo stesso dicasi per gli Stati Uniti) hanno regredito. Notevole invece l’incremento in valore fatto segnare dai vini neozelandesi a fronte di un volume di export immutato rispetto al 2015. In questo settore Italia e Francia continuano a dominare il mercato.

Paesi importatori, Germania medaglia d'oro in volume, Usa in valore

Per quanto riguarda, infine, i principali Paesi importatori (complessivamente nel 2016 i volumi hanno toccato i 103,6 milioni di ettolitri, con un +0,9% rispetto al 2015), la Germania guida la classifica per volumi davanti a Regno Unito e Stati Uniti, mentre sono questi ultimi, con largo margine, in testa alla graduatoria per valori seguiti da Regno Unito, Germania, Cina, Canada e Giappone.
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