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Dalle uve Arilla un grande passito d’Ischia

26 Settembre 2019 Roger Sesto
Dalle uve Arilla un grande passito d’Ischia

L’autoctono Arilla ha origini siciliane, ma oggi è coltivato a Ischia, e solo sul versante sud (a nord risulta sconosciuto). D’Ambra l’ha riscoperto nel suo Gocce d’Ambra.

«Abbiamo cominciato a vinificare il Gocce D’Ambra, Epomeo Bianco Passito Igt, a base di uva Arilla, 10 anni fa», precisa Andrea D’Ambra di Casa D’Ambra di Forio d’Ischia, «intenzionati a produrre quel grande passito che mancava sull’isola».

Il ritrovamento dell’Arilla

«L’Arilla viene identificata ufficialmente da mio padre Salvatore attraverso una comunicazione all’Accademia italiana della vite e del vino nel 1962, dove la descrive da un punto di vista ampelografico, individuando due sinonimi: Rille e Agrilla». Pur se si hanno sue notizie frammentarie dal 1867, quando il Dascia, uno storico ischitano, la cita nella sua Storia dell’isola d’Ischia.

Per assaggiarlo bisogna andare a sud

Di probabile origini siciliane, è oggi coltivata a sud dell’isola; sul versante nord è sconosciuta. Punti di forza di questa cultivar sono la sua acidità e la resistenza degli acini alle muffe grigie: ottimo viatico per adattarsi all’appassimento. Se invece viene vinificata per ottenere vini freschi e secchi, questi ultimi risultano tannici. Dai profumi di albicocca, datteri, erbe officinali e miele di castagno, ha gusto di grande armonia dolce/acida.

Nella foto: Andrea D’Ambra con le figlie Sara e Marina

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