In passato fu la viticoltura europea a chiedere aiuto a quella americana per sottrarsi alla devastazione della fillossera. Oggi è la ricerca enologica italiana che invece fa il percorso inverso e corre in soccorso dei produttori della California. Tutto parte dall’Istituto agrario di San Michele all’Adige (Trento), struttura d’eccellenza a livello internazionale, che ha risposto alla richiesta d’intervento partita dalla celeberrima Napa Valley, le cui colture sono messe a rischio dall’infestazione della tignoletta della vite.
Questo parassita è purtroppo noto già da tempo in Italia, e proprio l’istituto trentino ha messo a punto un sistema per combatterlo di grande efficacia. Si tratta della cosiddetta “confusione sessuale”, che consiste nella diffusione del vigneto di ferormoni, cioè di molecole “odorose” a cui gli insetti sono particolarmente sensibili e che mascherano il richiamo sessuale prodotto dalle femmine della specie. Com’è noto, infatti, gli insetti più che “farsi belli” tra loro attraverso l’aspetto o richiami visivi, utilizzano esche chimiche. Claudio Ioriatti, responsabile della sperimentazione agraria e agricoltura sostenibile del Centro di trasferimento tecnologico dell’istituto, spiega che «l’invito a partecipare al gruppo di lavoro internazionale è stato particolarmente gratificante, perché riconosce la nostra esperienza in materia di questo fitofago e qualifica il lavoro di ricerca e di sperimentazione che conduciamo da tempo, in collaborazione con altre due strutture di ricerca italiane, il Cra di Firenze e l’Università di Pisa».