È tempo di vendemmia anche in Champagne. Oggi è partita la raccolta 2010 con date differenziate per ciascun vitigno (Pinot noir, Pinot Meunier e Chardonnay) e per ognuno dei 319 cru della denominazione, e durerà per le zone più tardive fino al 23 settembre. L’annata si preannuncia di grande qualità, grazie anche alle condizioni climatiche favorevoli. Ma mentre in Italia gli enti pubblici e i consorzi puntano sempre più al contenimento delle rese e a limitare gli impianti di nuovi vigneti per far fronte a situazioni di mercato ancora sfavorevoli, dalla Francia arriva un segnale positivo.
Desta interesse, infatti, l’accordo raggiunto tra vignerons e Maison della Champagne per quanto riguarda le rese base delle uve. Quest’anno si passa da 97 (nel 2009) a 105 quintali per ettaro, per una resa massima autorizzata di 120 quintali. L’obiettivo è di sostenere la ripresa delle esportazioni che fanno registrare una crescita del +16% sui primi sette mesi del 2010.
«È un segnale positivo di ripresa e di fiducia», ha commentato Domenico Avolio del Centro Informazioni Champagne, che rappresenta in Italia il Comité Interprofessionnel du Vin de Champagne, «dopo un periodo buio che ha coinvolto i mercati di tutto il mondo, colpendo in primis i prodotti di lusso come lo Champagne».
L’Italia attualmente è il quarto mercato al mondo per lo Champagne a valore, dopo Gran Bretagna, Stati Uniti e Germania, e il quinto a volume (preceduto dal Belgio).