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Dai “tamarri” del Negroni al fascino decadente del Vermouth: l’aperitivo italiano nel mondo

1 Aprile 2021 Anita Franzon
Dai “tamarri” del Negroni al fascino decadente del Vermouth: l’aperitivo italiano nel mondo

Che cosa hanno in comune la fenomenologia del “tamarro” raccontata tramite la storia del Negroni – che prima di diventare un cocktail universalmente famoso era un drink ordinato da chi, essenzialmente, voleva ubriacarsi con poco – e la riscoperta dell’antico e nobile aperitivo a base di Vermouth, ora molto in voga anche tra gli spagnoli? Sono entrambi frutto del genio creativo italiano.

Per approfondimenti: Punch e Huffington Post


Prima di diventare il simbolo globale dell’elegante aperitivo all’italiana e ottenere riconoscimenti in tutto il mondo, il Negroni era dominio di un particolare sottobosco culturale italiano: i tamarri. In particolare tra la fine degli anni ’70, gli ’80 e i ’90, considerati gli “anni bui” di questo cocktail. Allora, spiega lo storico Paolo Ponzo su Punch: “Il Negroni era appannaggio dei tamarri e degli ubriaconi”.

Il segreto (pop) del Negroni

Ma è grazie alle campagne pubblicitarie di grandi marchi come Campari, Aperol e Martini & Rossi (chi non ricorda quella con Charlize Theron?) che, secondo l’esperto di Vermouth Fulvio Piccinino, il cocktail ha finalmente trovato il favore del pubblico moderno. Per Brad Thomas Parsons, autore di Bitters e Amaro, il Negroni ha fascino anche grazie alla formula “fail-safe” (ovvero, a prova di errore); la sua formulazione di tre ingredienti in parti uguali lo rende una bevanda facile da preparare.

In Spagna tutti pazzi per il Vermouth

Più recente, ma altrettanto internazionale, è la rinnovata moda del Vermouth, il cui fascino decadente, secondo l’Huffington Post, ha conquistato anche i bar spagnoli. Si legge: “Stiamo vivendo un momento di splendore di questa antica bevanda e molti nuovi fan sono stati sedotti dall’ampio ventaglio di sensazioni che trasmette”. Ingrediente fondamentale di cocktail di culto come Negroni o Martini, il Vermouth si serve spesso e volentieri in un bicchiere basso, con un po’ di ghiaccio e una fetta d’arancia. Nato a Torino alla fine del Settecento, la sua produzione ha presto preso piede anche in Spagna, in particolare nella città di Reus. Qui nel 1892 Joan Gil registrò il Vermouth di Reus promuovendo l’espansione di oltre 30 Cantine di produzione e segnando la nascita del tradizionale Vermouth spagnolo che, ancora oggi, insieme a quello italiano e francese, è protagonista degli aperitivi del Paese.

Foto di apertura: © Nuff per Unsplash

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