Novità importanti per il Consorzio Tutela Vino Custoza Doc (www.vinocustoza.it), secondo il piano strategico recentemente approvato dal Consiglio amministrativo. Prima scelta innovativa è la nomina di una giovane donna – Chiara Turazzini – come responsabile dell’area tecnica del Consorzio. Trentasei anni, tre figli, una laurea in Scienze agrarie conseguita col massimo dei voti, Chiara Turazzini conosce da vicino la realtà del Custoza, grazie alle precedenti collaborazioni con il Consorzio e con una delle maggiori società italiane di certificazione. Il nuovo piano strategico del Consorzio prevede la gestione interna dei servizi rivolti al mondo produttivo, esternalizzando solo l’attività di comunicazione. Come responsabile dell’area tecnica, quindi, la Turazzini si occuperà direttamente dei contatti con la filiera produttiva del Consorzio del Custoza, che associa 500 produttori di uve e una cinquantina di cantine (1200 ettari complessivi di vigneto sulle colline tra Verona e il Garda e 12 milioni di bottiglie prodotte ogni anno).
Il presidente Carlo Nerozzi riassume così la nuova strategia: «Vogliamo insomma massimizzare prima di tutto il supporto al mondo produttivo del Custoza per orientarlo ad una continua, costante crescita qualitativa, e successivamente comunicare quanto le nostre piccole e medie aziende agricole e le nostre cooperative, fortemente radicate sul territorio, stanno realizzando per valorizzare la propria vocazione vitivinicola».
Coerente con questa nuova impostazione è l’altra recente iniziativa del Consorzio: un’indagine di posizionamento della denominazione veronese realizzata da Doxa Advice, che ha individuato alcune caratteristiche emblematiche del Custoza, tra cui, secondo il presidente Nerozzi, «la leggerezza, la piacevole e non invasiva aromaticità e la considerevole abbinabilità». Valorizzare questo “stile Custoza” leggero e moderno, ma rispettoso della tradizione, è il prossimo obiettivo per i membri del Consorzio: «siamo certi che Chiara Turazzini sia la persona giusta per accompagnare i nostri viticoltori in questo percorso» conclude Carlo Nerozzi.