Seleziona i vini: Roberto Cinus. A 12 euro: Vermentino Costamolino Argiolas e Monica di Sardegna Karel Ferruccio Deiana. 14 euro: Antigua e Carignano del Sulcis Grottarossa Cantina Santadi, Nebbiolo ’06 Karana Cantina Gallura, Nero d’Avola Firriato, Primitivo di Manduria Del Noce, Vermentino Arvali Deiana, Cannonau Marghìa ’05 Jerzu. 15 euro: Dolcetto Fontanafredda e Refosco dal peduncolo rosso Di Lenardo. 18 euro: Nebbiolo Oddero.
Il Ristorante
(g.d.s.) Titolari: i fratelli Roberto e Margherita Cinus. Cuoco: Aldo Scano, marito di Margherita, con aiuti. Non è la prima volta che un treno perso all’ultimo momento ti fa scoprire un nuovo locale: questo non è distante dalla stazione ferroviaria, la curiosità e l’appetito hanno fatto il resto. È andata bene: cucina buona, vini plausibili e prezzi contenuti. La sorpresa sono le proposte del cuoco: un meticciato fra cucina sarda e ricordi piemontesi, dovuti alla lunga permanenza dei titolari a Torino. Il ventaglio delle proposte è allora piuttosto vario con il timbro costante di una buona qualità: bolliti misti, brasati al Barolo, bagna caoda, agnolotti con tartufo, sia sardo che piemontese, e un manipolo di risotti, di vario condimento e colore. Ma la commistione con la linea isolana è continua: ecco allora la pasta alla bottarga, i ravioli campidanesi, il porceddu, la costata di bue rosso, il pesce fritto e arrosto che è la classica proposta dell’estate. L’incrocio interregionale non è uno scontro ma un incontro, perché il cuoco ha bene assimilato le due culture operando dal loro interno. Insomma la sosta è piacevole e anche curiosa, l’accoglienza è sorridente, come il conto che rimane ai più bassi livelli cittadini.