Tutto quello che c’è da sapere sulle Denominazioni d’origine garantita di uno degli spumanti più amati al mondo: aree consentite, ettari vitati, uve, rese, sottozone. I numeri della produzione di Conegliano Valdobbiadene e Asolo sono decuplicati negli ultimi anni. E il futuro punta alla qualità.
Il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg appartiene alla più ampia denominazione di origine controllata e garantita Conegliano Valdobbiadene Prosecco, o Conegliano Prosecco o Valdobbiadene Prosecco, che include anche una versione tranquilla e frizzante. Si tratta di uno spumante ottenuto con metodo Charmat a partire da almeno l’85% di uva Glera e, per il restante 15%, da Verdiso, Bianchetta trevigiana, Perera e Glera lunga e Pinot bianco, grigio, nero e Chardonnay.
Tra Venezia e le Dolomiti, 15 comuni per la Docg
La resa massima di uva in vino è limitata al 70%. Viene prodotto nel territorio collinare di 15 comuni: Conegliano, San Vendemiano, Colle Umberto, Vittorio Veneto, Tarzo, Cison di Valmarino, San Pietro di Feletto, Refrontolo, Susegana, Pieve di Soligo, Farra di Soligo, Follina, Miane, Vidor e Valdobbiadene. Un comprensorio a circa 50 km da Venezia e 100 a sud delle Dolomiti, costellato da “giardini” di vigneti che in alta collina presentano pendenze fino al 70% e costringono a 800 ore di lavoro per ettaro rispetto alle 150 della pianura, spesso imponendo un’agricoltura manuale. Beneficiario delle ricerche e delle tecnologie studiate dalla vicina Scuola enologica di Conegliano, lo spumante, Docg dal 2009 e con gradazione minima di 11% vol., si trova in commercio nelle versioni Brut, Extra Dry e Dry.
Le Rive da vigne mozzafiato
Il disciplinare di produzione del 2009 segna anche l’ingresso della tipologia Rive. Una sfida il cui nome simboleggia i terreni scoscesi con buona esposizione al sole tipici della zona. Lo spumante che se ne ottiene ha la particolarità di provenire da un’unica sottozona, che viene riportata in etichetta, nell’ambito di 12 comuni e 31 frazioni. La produzione non deve essere superiore a 130 quintali per ettaro al posto di 135 e la raccolta deve essere effettuata a mano. Le bottiglie devono sempre riportare l’anno di produzione. Un’operazione per esaltare piccoli territori vocati e i microclimi e valorizzarli appieno nel bicchiere.
Cartizze, il cru-gioiello del Valdobbiadene
Il Conegliano Valdobbiadene Superiore di Cartizze o Valdobbiadene Superiore di Cartizze rappresenta una eccellenza storica già contemplata dal primo disciplinare di produzione del 1969. Il nome Cartizze è riconducibile a tre possibili origini legate alla tradizione viticola locale e può significare “graticcio” (gardiz o gardizze), “cardo”, carro o strada di transito per i carriaggi. Nasce da un cru-gioiello di 107,8 ettari, coltivati da 130 diversi produttori che si impegnano a rispettare la resa più restrittiva, pari a 120 quintali di uva per ettaro.
Asolo Prosecco, piccolo e di eccellenza
L’Asolo Prosecco Docg può essere ritenuta una delle denominazioni spumantistiche più piccole in Veneto. Ex Colli Asolani Prosecco, è un vino bianco prodotto in tre tipologie: fermo (da secco ad abboccato), frizzante (da secco ad amabile) e spumante con metodo Charmat e la menzione Superiore (da Extrabrut a Demisec). La gradazione è di 10,5 % vol. e sale a 11% vol. per lo spumante. Nella tipologia frizzante ottenuta tradizionalmente con la rifermentazione in bottiglia, il “Colfondo”, è possibile la presenza di una velatura caratteristica.
Nasce ai piedi del Monte Grappa
L’Asolo Docg viene ottenuto dal vitigno Glera per un minimo dell’85%. Si ha poi la possibilità di includere fino a un massimo del 15% di uve di Verdiso, Bianchetta trevigiana, Perera e Glera lunga. Per gli spumanti dell’Asolo Prosecco Superiore Docg il saldo è con Pinot bianco, Pinot nero, Pinot grigio o Chardonnay. Nasce in provincia di Treviso, ai piedi del monte Grappa. Comprende l’intero territorio di Castelcucco, Cornuda e Monfumo e in parte di alcuni comuni come Asolo, Borso del Grappa, Crocetta del Montello, Maser, Montebelluna, Nervesa della Battaglia, Possagno e San Zenone degli Ezzelini.
Per l’Asolo 1.992 ettari a spalliera
I vigneti sono ben esposti, su terreni collinari o pedecollinari con altitudine tra i 100 e i 450 m. I suoli nei Colli Asolani sono caratterizzati da un buon drenaggio. Nell’area del Montello invece sono marnoso-argillosi e ricchi di scheletro, nell’ambito di un territorio di origine carsica con pendenze talora notevoli. Il clima è temperato. In un paesaggio vitato di 1.992 ettari – di cui 1.644 dedicati all’Asolo Prosecco Superiore Docg – la forma di allevamento tipica è la spalliera semplice. Il disciplinare stabilisce una resa massima di uva per ettaro di 13,5 tonnellate, che può eccezionalmente aumentare fino al 20% in annate molto favorevoli.
Si valorizza il legame col territorio
Mentre stiamo scrivendo, l’Asolo Prosecco Superiore Docg si trova in attesa di approvazione dall’Unione europea delle variazioni proposte nel disciplinare del 2014 sancite dall’assemblea dei soci del Consorzio a dicembre 2017 e in attesa di validazione dal Comitato nazionale vini di nomina recente. Tra le modifiche, comunque già in atto in seguito al provvedimento provvisorio approvato dal Ministero, i produttori potranno scegliere se apporre sulle bottiglie la dicitura “Asolo Prosecco Superiore Docg” o, per sottolineare in modo più immediato il legame con la cittadina veneta, la sola scritta “Asolo Docg”.
Foto: A. Piai e Consorzio Vini Asolo Montello
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