Se piccante, si abbina bene a rossi di struttura e invecchiati, come l’Amarone e il Barbaresco. In versione dolce meglio vini morbidi e sapidi, come il Gavi o la Malvasia secca. Parliamo del Gorgonzola, tra i formaggi portabandiera della produzione casearia italiana, protagonista di una querelle terminata di recente con la condanna, emessa dal tribunale di Milano, nei confronti del comune di Gorgonzola e dell’Azienda agricola Caterina, costretta a ritirare il suo improbabile “Stracchino di Gorgonzola”.
LO STRANO CASO DELLO STRACCHINO DI GORGONZOLA - A darne notizia ufficiale è il Consorzio per la tutela del formaggio Gorgonzola – ente senza fini di lucro attivo dal 1970 per vigilare sulla produzione e sul commercio fuori e dentro i confini nazionali – che nel lontano 2010 ha intentato una causa contro la casa produttrice Caterina di Gorgonzola per aver messo sul mercato un prodotto denominato Stracchino di Gorgonzola, giudicandolo una “mera contraffazione della Dop Gorgonzola”.
LA CONDANNA DEL TRIBUNALE DI MILANO - Come si legge nel comunicato diffuso dal Consorzio: “La commercializzazione col nome Stracchino di Gorgonzola di un formaggio, seppur del tipo stracchino, facente parte dell'antica tradizione locale della zona di Gorgonzola, riportante inoltre la De.Co. (un marchio collettivo di Denominazione Comunale), è stata ritenuta dal Tribunale di Milano una condotta potenzialmente ingannevole per il consumatore visto che il formaggio Gorgonzola Dop in origine veniva definito proprio Stracchino di Gorgonzola. Il Consorzio ha agito e continuerà a farlo in futuro, a tutela del consumatore per garantire che la denominazione Gorgonzola sia utilizzata esclusivamente nei casi in cui un prodotto sia realizzato seguendo il rigoroso disciplinare di produzione della Dop”.