Per i fiorentini è semplicemente un’istituzione. Tant’è che c’è persino chi ci punta sopra: “Ci scommetto una cena dal Sabatini!”, si potrebbe sentir dire durante una “querelle” in piazza della Signoria o nei pressi del ponte Vecchio. Quest’anno lo storico locale di via Panzani compie 90 anni; venne inizialmente aperto in via Valfonda, vicino alla stazione Leopolda, e nel 1932 si trasferì nella sede attuale, a metà strada fra il Duomo e Santa Maria Novella. Da allora tutto è rimasto uguale ed entrando si può ancora ammirare l’elegantissimo allestimento ligneo dell’architetto Stigler che utilizzò gli arredi di una chiesa sconsacrata.
In occasione della festa di compleanno, celebratasi a fine marzo, i due gestori Carlo Lazzerini e Claudio Schiavi hanno raccontato i loro obiettivi per il prossimo futuro. «Ci piacerebbe che Sabatini tornasse, dopo aver puntato sull’internazionalità aprendo tre dependance in Giappone (di cui la prima in tempi non sospetti, il 1980), ad abbracciare i fiorentini». Apertura alla grande clientela internazionale, dunque, ma anche riguardo o meglio affetto verso i propri concittadini. Il tutto all’insegna della migliore tradizione enogastronomica toscana e dell’alta qualità. A una delle più blasonate cucine d’Italia, “piccolo grande scrigno di storia, bellezza e sapori dove la cultura si mescola fra le pappardelle e la bistecca”, i più sinceri auguri di Civiltà del bere.