Scienze

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Cos’è la cisgenetica e perché può salvarci dal climate change

25 Ottobre 2017 Aldo Fiordelli
Esiste un’ipotesi concreta di desertificazione delle coste di Puglia, Sicilia e Sardegna tra circa 30 anni, a causa dei cambiamenti climatici. Le previsioni sono state «innalzate anche a +3 °C di aumento delle temperature medie stagionali». Nell’ormai famigerato 2017 si è registrato «fino a un -65% di precipitazioni almeno in Toscana, Umbria e Sardegna». Non è più un evento accidentale nel ciclo climatico delle nostre latitudini ma sta diventando purtroppo la regola. Con queste parole il professor Attilio Scienza ha invocato un’alleanza per l’introduzione nella viticultura italiana della cisgenetica. «Dobbiamo operare scelte rapide, non possiamo aspettare il futuro».

Come affrontare i cambiamenti climatici?

Scienza si è collegato domenica 22 ottobre da Milano con l’Hilton di Giardini Naxos dove si stava per concludere la quinta edizione di Taormina Gourmet. All’incontro “Vino e cambiamenti climatici” hanno partecipato anche Luigi Moio ordinario dell’università di Napoli e Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi, il professore Scienza ha evidenziato gli aspetti più critici di quella che ha definito la “tirannia del clima”. Poi ha analizzato le possibili soluzioni su tre livelli, della ricerca in medio periodo e degli interventi viticoli ed enologici come soluzioni contingenti. Tutte gravate da costi elevati, con effetti troppo diluiti nel tempo o troppo poco risolutivi.

La cisgenetica è una soluzione concreta

«Dobbiamo agire sulle varietà attuali, senza modificarne la qualità e per fare questo dobbiamo accettare la scelta di un intervento sul Dna. Il futuro è nella genetica». Il professore si riferisce alla cisgenetica che prevede l’inserimento di uno o più geni ricavati da piante che appartengono allo stesso genere o specie, mentre la transgenia prevede l’utilizzo di geni provenienti da individui geneticamente molto lontani, ad esempio batteri o funghi. È la differenza sostanziale tra individui Ogm e cisgenici. L’obiettivo è ottenere varietà più tardive con un maggior controllo dell’acidità, ma senza che vengano modificate le caratteristiche peculiari del vino originario. E analogamente operare su vitigni tradizionali, per renderli tolleranti alle malattie crittogamiche . Altrettanto importante è la creazione di portainnesti con una maggiore efficienza nell’uso dell’acqua.

Portainnesti innovativi per risparmiare acqua

I nuovi portainnesti creati in questi anni dall’Università di Milano consentono un risparmio fino al 40 % di acqua. Anche con l’incrocio tradizionale è possibile ottenere risultati interessanti ma i tempi sono più lunghi,servono almeno 15-20 anni per giungere a dei risultati tangibili. «Non c’è più tempo», ha aggiunto Scienza citando la massima di Sant’Agostino sulla scansione temporale di passato, presente e futuro, che in frangenti come questi si annulla nella contemporaneità per la necessità di assumere decisioni immediate. Per portare a compimento questi progetti è necessaria innanzitutto una accettazione antropologica della genetica, vista oggi con molto sospetto dall’opinione pubblica. Va realizzata un’alleanza tra produttori, Università e consumatori per ammettere la cisgenetica tra le pratiche di miglioramento genetico. Oggi a livello europeo resta equiparata alla transgenetica, e quindi vietata.

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