Le annate in anteprima
La manifestazione, nata l’anno scorso da un’idea del produttore Piero Mastroberardino e curata dal Consorzio di tutela dei vini di Irpinia presieduto da Stefano Di Marzo, ha riunito molti professionisti della stampa italiana e internazionale, chiamati a degustare in anteprima i vini Fiano d’Avellino Docg, Greco di Tufo Docg e Falanghina Irpinia Doc 2017 e le espressioni di Taurasi Docg targati 2014.Promuovere le denominazioni in chiave territoriale
La tradizione enologica di quest’angolo di Campania si perde nella notte dei tempi, ma per i produttori riuniti nel Consorzio il focus è il presente, che li vede impegnati in un progetto di valorizzazione e promozione di cui questa manifestazione rappresenta uno dei punti di forza. «Ciak Irpinia si pone come obiettivo quello di fare di anno in anno il punto della situazione della viticoltura irpina, attraverso la degustazione alla cieca e l’approfondimento tecnico dei vini delle annate correnti», precisa il presidente Di Marzo, che è anche titolare della Cantina Torricino. «Vogliamo promuovere le nostre denominazioni in chiave territoriale, non certo per stilare classifiche dei brand aziendali, ma per testimoniare l'unità del comparto: uno sforzo corale per la crescita della filiera vitivinicola nel suo complesso».Le buone performance all’estero
Oggi l’Irpinia rappresenta la punta di diamante dell’enologia campana e non solo. «Con orgoglio possiamo affermare che il prestigio vede una progressiva crescita anche sui mercati internazionali: nel 2017 l’export di vini irpini ha sfiorato i 20 milioni di euro con un incremento di +5,7 milioni, pari a +40% sull’anno precedente. Sale, in particolare, la presenza delle bottiglie in Europa, pari al +44%, mentre in America l’incremento è del +40%».L’unicità del territorio
A rendere l’Irpinia una terra di elezione per la produzione di vini è in primo luogo la conformazione del territorio. Le altitudini sono comprese tra i 300 e i 700 metri con terreni ben drenati e importanti escursioni termiche giorno/notte. I suoli sono di tipo argilloso-calcareo e l’area si trova al centro di tre zone vulcaniche (il Vulture, il Vesuvio/Campi Flegrei e i monti del Casertano) che hanno beneficiato dell’attività effusiva nel corso dei millenni, accumulando strati di cenere e lapilli che hanno dato luogo a depositi tufacei, arricchimenti in minerali e presenza di strati di suolo più sciolti.Una provincia per tre Docg
L’Avellinese può essere suddiviso in due macrozone. A nord-est si situa l’areale della Docg Taurasi, il regno dell’Aglianico, con terreni di medio impasto, media dotazione di sostanze organiche, ricchi di scheletro e sali minerali. Più ad ovest insistono le Denominazioni dei grandi bianchi Docg: il Fiano di Avellino lungo il lato destro, con terreni talvolta sciolti e ricchi di minerali, e il Greco di Tufo lungo il lato sinistro, con terreni spesso ricchi di zolfo, carbonato di magnesio e tracce di ceneri vulcaniche.L’andamento vendemmiale del 2017 e 2014
Il professor Luigi Moio, a capo dei lavori della Commissione Tecnica Territoriale che ha selezionato i vini per il tasting alla cieca, ha evidenziato i tratti salienti dell’andamento climatico dell’annata 2017 e 2014. Ecco la sintesi del suo intervento:- Vendemmia 2017: inizio d’anno con temperature molto basse (minime fino a -10°C) e neve. Febbraio e marzo, invece, sono stati segnati da un clima mite e la primavera si è dimostrata poco piovosa. Si sono verificate delle gelate notturne ad aprile, mentre l’estate asciutta e siccitosa e, finalmente, a settembre sono arrivate le piogge. Nel calice ci attendono vini di maggiore morbidezza, concentrazione, corpo e struttura rispetto alla media.
- Vendemmia 2014: andamento climatico atipico, con frequenti eventi piovosi nella fase di crescita vegetativa e temperature stagionali mediamente più basse. Da aprile si è registrata una discreta piovosità. Agosto ha registrato pochi picchi di caldo e temperature più fresche. Ci aspettiamo rossi di maggiore freschezza e fragranza aromatica, dal corpo più snello.