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Chi ci importa di più? (VII): in Giappone l’Italia è 2ª nelle quote

30 Ottobre 2012 Luigi Pelliccia
Settimo appuntamento con la serie Chi ci importa di più? sul versante vinicolo. Dopo il focus dedicato agli Stati Uniti, alla Germania, al Regno Unito, al Canada e alla Cina, oggi si resta in Oriente: in Giappone. I dati sono quelli del Dipartimento del commercio Usa, che non coincidono con quelli Istat ma ci permettono di avere dei riscontri omogenei tra le nazioni confrontando le “quote” in valore delle importazioni nell’arco del triennio 2009-2011. SECONDI DOPO LA FRANCIA - In Giappone l’import complessivo di vino sale costantemente, con buoni tassi di crescita, anno dopo anno. La quota 2011 della Francia qui è addirittura più alta che in Cina ed è pari al 55,6%. Quella italiana tuttavia è meno marginale che in Cina: si pone infatti al secondo posto, anche se con una percentuale a grande distanza, pari al 13,1%. Va notato che la fetta di mercato francese e quella italiana in questo Paese appaiono stabilizzate, come quelle degli altri concorrenti. SUL TRIENNIO 2009-11 - Considerando i dati numerici, la performance in valore del vino italiano in Giappone si attesta a 105.282.737 euro nel 2009, che diventano 109.628.687 euro nel 2010 fino ai 126.237.671 euro nel 2011. Le quote di mercato, espresse in percentuali passano dal 13,7 nel 2009 al 12,3 nel 201o, tornando a 13,1 nel 2011. La variazione complessiva nel corso dei tre anni è pari al 19,9%.

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