Fa discutere, nel mondo dello Champagne, l’idea di segnalare in etichetta la data del dégorgement - ovvero la sboccatura della bottiglia, dopo la rifermentazione, con l’eliminazione delle fecce - anche per i non millesimati.
SERVE AI CONSUMATORI? - Secondo Frederic Panaiotis, chef de cave di Ruinart, il gioco non vale la candela: la sua Maison (che fa parte dell’impero Moet Hennessy Louis Vuitton, insieme a Krug e Dom Perignon) già segnala questo dato sulle bottiglie più pregiate, perché interessa ai collezionisti e agli intenditori. Ma la maggior parte dei consumatori comuni, ha detto Panaiotis a Decanter.com, non sa che cosa sia il dégorgement.
QUANDO È UTILE - Ma non tutti sono d’accordo con lui. Tyson Stelzer (autore di The Champagne Guide), ad esempio, ritiene che questo semplice dato possa indicare al consumatore molte informazioni utili. Non da ultimo, è un riferimento temporale indelebile che data la bottiglia, e ne definisce in un qualche modo l’età. Esemplare in questo senso è Krug, che dal 2012 ha introdotto un codice identificativo che determina, per ogni bottiglia, il trimestre e l’anno della sboccatura.