Come la prendereste se vi dicessero che Chablis non è in Borgogna? È successo il 6 febbraio a Montreuil, vicino a Parigi, dove l’Institut National de l’Origine et de la Qualité (Inao) si è riunito per definire i confini della Borgogna.
L’Inao ha deciso, a sorpresa, di escludere 64 comuni dal diritto di indicare la denominazione “Bourgogne” in etichetta – tutti nel nord della regione, compreso Chablis – estendendo invece questa possibilità a tutti i comuni del Beaujolais. Salvo poi tornare sui propri passi, a seguito delle proteste furiose dei diretti interessati.
Fuori Chablis e il nord della Borgogna, dentro il Beaujolais
Nello specifico, le zone da escludere dalla denominazione “Bourgogne” comprendevano l’intero territorio di Chablis, sei comuni intorno a Digione e 23 comuni del Châtillonais, a nord-ovest di Digione, dove si concentra la produzione di Crémant de Bourgogne. Al contrario, 43 comuni del Beaujolais, compresi i comuni delle zone dei cru, sarebbero autorizzati a imbottigliare il vino come “Bourgone-Gamay” o “Bourgogne”, rispettando determinati parametri.
Quali sono i confini della Borgogna?
Sorprendentemente, la zona viticola della Borgogna non è mai stata (tecnicamente) definita nei suoi confini nel 1937, quando fu introdotto il sistema Aoc. Ci sono state richieste da parte dei produttori di definirla a partire dal 2000, senza un apparente riscontro da parte delle istituzioni. La recente decisione dell’Inao è quindi arrivata a sorpresa per i viticoltori, e ha riacceso sentimenti molto forti sullo status del Beaujolais e sui suoi legami con la Borgogna.
La protesta degli esclusi
Come immaginabile, la proposta dell’Inao ha scatenato un putiferio. Circa 400 borgognoni, insieme al senatore regionale François Patriat e ai presidenti del consiglio dei dipartimenti dell’Yonne e della Saône-et-Loire, hanno manifestato fuori dalla sede dell’Inao a Montreuil durante la riunione dell’organizzazione. Le forti proteste hanno portato l’Institut a rivedere la decisione di escludere i comuni del nord, mentre resta aperta la proposta di estendere la denominazione ai vini del Beaujolais.
I prossimi passi dell’Inao
Al dietrofront sull’esclusione dei comuni del nord seguirà un riesame approfondito sull’uso della denominazione Borgogna anche dal punto di vista storico e culturale, condotto sempre dall’Inao. L’Institut National de l’Origine et de la Qualité è l’organismo del Ministero dell’Agricoltura responsabile della regolamentazione dei prodotti agricoli francesi a denominazione di origine protetta (Dop), di cui il vino costituisce una parte fondamentale. La questione non sarà breve: come sempre, quando si tratta di modifiche alle zone viticole, qualsiasi nuova legge o decreto non solo richiede molto tempo per essere approvato, ma anche per essere attuato. Figuriamoci per un’area produttiva su cui sono puntati gli occhi di tutto il mondo.