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Cecchi presenta a Firenze lo Champagne Collard-Picard

29 Ottobre 2014 Emanuele Pellucci
Sembra una favola quella raccontata ieri da Olivier Collard, nella raffinata cornice del ristorante fiorentino Borgo San Jacopo con vista sul Ponte Vecchio, per spiegare alla stampa la nascita dell’azienda Collard-Picard, piccolo ma stupendo gioiello del mondo dello Champagne. Era il 1996 quando il giovane Olivier e la sua fresca sposa Caroline Picard decisero, proprio il giorno dopo le nozze, di dar vita a un “loro” domaine partendo da piccole parcelle di vigne delle rispettive famiglie, entrambe affermate maison di Champagne. Pochi ettari, ma sufficienti per iniziare la loro avventura nell’affascinante mondo delle bollicine perseguendo una filosofia produttiva all’insegna dell’alta qualità. LO CHAMPAGNE GIOIELLO - Oggi la superficie vitata di Collard-Picard, che ha sede nel villaggio di Villers sous Chatillon (Vallée de la Marne), è di 16 ettari in gran parte coltivati a Pinot Meunier. Proprio il nonno di Olivier, René Collard, è stato forse il più grande interprete di questa varietà e antesignano della vera naturalità in vigna come in cantina. Anche Caroline Picard è erede di una storica famiglia di viticoltori della Côte des Blancs con vigneti a Oger, Le Mesnil sur Oger e Vertus. ANTEPRIMA NAZIONALE CON CECCHI - La presentazione a Firenze della gamma degli Champagne Collard-Picard è stata un’anteprima nazionale grazie alla famiglia Cecchi che da quattro anni ne è il distributore nel nostro Paese. Attualmente Cecchi distribuisce circa 14 mila bottiglie di una gamma che comprende: Cuvée Sélection, Cuvée Prestige, Cuvée Dom Picard, Cuvée Rosé, Cuvée Prestige Essentiel e Cuvées des Archives. Tra queste, la più richiesta dai wine bar è la Sélection, mentre nella ristorazione le preferenze vanno alla Prestige e alla Dom Picard. SORPRESE IN ASSAGGIO - Al ristorante Borgo San Jacopo (proprietà della famiglia Ferragamo), dove ha fatto il suo debutto il giovane chef trentino Peter Brunel, Andrea Cecchi si è detto soddisfatto di aver scelto questa piccola ma prestigiosa maison per distribuire in Italia, accanto ai suoi affermati vini delle Tenute Cecchi, alcuni tra i più ricercati Champagne. Olivier Collard ha quindi introdotto la degustazione di tutti i prodotti della gamma, aggiungendo un particolare regalo alla famiglia Cecchi e alla stampa italiana: i preziosi millesimati 1979, 1976 e 1969 rosé della collezione René Collard, portati per la prima volta fuori dalla Maison. Una “chicca” finale anche la Cuvée des Archives 2002 (50% Chardonnay, 25% Pinot Noir, 25% Pinot Meunier) prodotto in sole 8 mila bottiglie e frutto dell’ultima vendemmia di un vigneto piantato nel 1923. Con etichetta in seta, come ultimo tocco di raffinatezza.

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