Food

Food

Il cappero in cucina: dal fiore al frutto

In cucina d'estate vince la voglia di fresco, di verdure e di ortaggi preparati in modo semplice, ma che abbiano personalità e gusto spiccato. Lo stesso vale per i piatti di pesce e di carne. Arriva un aiuto eccellente: il cappero, con le sue note delicate di amaro, leggermente piccante, sapido al punto giusto.

Due tecniche per dissalarlo

Lo si trova comunemente in commercio sotto sale e di solito, prima dell’uso, andrebbe dissalato in acqua per alcune ore. Tuttavia ci sono delle varianti. Si può sciacquarlo brevemente e non salare il piatto, oppure si può lasciarlo in ammollo e poi estrarne i succhi, tenendo l’acqua di scorta per insaporire magari un risotto.

Dalla polvere al cappero candito

Per un utilizzo all’ultimo secondo, a spolvero, è perfetta la polvere di capperi. Per ottenerla, i capperi vanno prima dissalati e poi lasciati asciugare in forno per alcune ore a bassissima temperatura. Tenendoli interi diventano croccanti. Sempre da capperi dissalati si ottengono quelli disidratati e quelli canditi.

Cappero o cucunci, frutto o fiore?

Recentemente sono entrati in uso i frutti del cappero, che in siciliano si chiamano cucunci, e le foglie della pianta. Il cappero, infatti, non è un frutto, ma il bocciolo del fiore prima che si schiuda. Il frutto, che si riconosce dalla forma allungata, è stato rivalutato in cucina per il gusto meno incisivo del bocciolo.

Cottura veloce per evitare le note amare

Si usa prevalentemente come decoro o aggiunto a fine cottura, scelta che andrebbe privilegiata perché il cappero non ama le lunghe cotture che danno note amare al piatto. Sempre sul filo della riscoperta, sono state rimesse in gioco anche le foglie del cappero, dal gusto delicato, perfette anch’esse per decori o tritate nei ripieni.

Da Nord a Sud, il Belpaese lo ama

Nella tradizione della nostra cucina, il cappero è apprezzato un po’ ovunque. Nel Nordovest con il vitello tonnato, in Veneto nelle salse, specie con i bigoli, in Toscana con i famosi crostini. Scendendo a Sud lo si trova nei ripieni di molluschi, come i calamari, nelle pastasciutte soprattutto assieme alle olive. E poi con i classici ortaggi estivi, come pomodoro, peperone e melanzana, fino ad arrivare in Sicilia, dove è il re della tavola.  
Questo articolo è tratto da Civiltà del bere 3/2017. Per leggere la rivista acquistala sul nostro store (anche in formato digitale) o scrivi a store@civiltadelbere.com

Food

Viaggio nella materia prima (6): l’aspetto regale del fagiano

Per favore Accedi per vedere questo contenuto. (Non sei registrato? Registrati!)

Leggi tutto

Non solo aglio e cipolla: la mappa degli arricchitori

Con questo termine intendiamo quegli ingredienti che, pur non essendo principali, rendono […]

Leggi tutto

Formaggi d’Italia: le versioni di nicchia del Parmigiano Reggiano

Un prodotto dell’artigianato italiano che tutto il mondo ci invidia: 4 milioni […]

Leggi tutto

Viaggio nella materia prima (6): la doppia anima della scarola

Questa verdura dai molteplici utilizzi è ottima sia preparata in insalata (la […]

Leggi tutto

Formaggi d’Italia: pecorino di Norcia, eccellenza orgogliosamente umbra  

Una nicchia della Valnerina, in provincia di Perugia, frutto del latte di […]

Leggi tutto

Ok, la temperatura è giusta!

Dall’acqua al vino, passando per gli spirits: ogni bevanda deve essere servita […]

Leggi tutto

Non solo vino. Sommelier per tutti i gusti – III puntata

Per favore Accedi per vedere questo contenuto. (Non sei registrato? Registrati!)

Leggi tutto

Formaggi d’Italia: la gustosa versatilità del Monte Veronese

Dop dal 1996, viene prodotto in Lessinia e si declina in una […]

Leggi tutto

Formaggi d’Italia: burrata di Andria, fiore all’occhiello della produzione pugliese

È uno dei latticini più golosi, dal cuore morbidissimo di mozzarella sfilacciata […]

Leggi tutto
X

Hai dimenticato la Password?

Registrati