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Capacità e buona stella: il bicentenario di Luxardo

Capacità e buona stella: il bicentenario di Luxardo

Un marchio con una storia gloriosa, simbolo del made in Italy con il suo celeberrimo Maraschino, taglia il traguardo dei 200 anni. Dalle origini in Dalmazia alla nuova vita nel Padovano, la parabola di Luxardo si rinnova con nuovi liquori e prodotti per il bere miscelato e con iniziative che per tutto il 2021 celebreranno i due secoli di attività.

Nel prestigioso circolo de Les Hénokiens, che riunisce le famiglie proprietarie della loro attività da almeno duecento anni nel mondo, il numero 49 è diventato, da quest’anno, 50, con l’inserimento della Luxardo. Il traguardo difficile e impegnativo dell’azienda veneta, nota per il suo Maraschino, è merito di sette generazioni. «Penso che la storia della nostra famiglia possa contare su due  punti di riferimento», osserva Piero Luxardo, presidente. «Un pizzico di fortuna e la capacità delle persone».

Ogni generazione ha dato il massimo

Come esempio recente della buona stella che accompagna l’azienda, il presidente indica la svolta del mercato che, una ventina di anni fa, ha riportato in auge i liquori nel bere miscelato e in nuovi Paesi, specie dell’America del Sud e dell’Europa dell’Est.
I mercati storici, quali Usa, Giappone e Inghilterra, erano clienti già da alcuni decenni, grazie alla capacità dei personaggi di famiglia. Una dote che parte con il fondatore Girolamo, il quale si trasferì da Genova a Zara, in Dalmazia, ai primi del 1800. Fu lui, nel 1821, a fondare una distilleria con l’obiettivo di commercializzare il Maraschino, liquore che sua moglie, la marchesa Maria Canevari, preparava così bene.

Un carico di casse Luxardo in consegna in una foto d’epoca

A cavallo tra fine Ottocento e inizio Novecento entrarono in azione le doti imprenditoriali di Michelangelo, con il potenziamento della produzione e l’ampliamento della gamma ad altri liquori classici italiani, quali limoncello, anice e caffè. Il periodo tormentato delle guerre mondiali portò all’abbandono forzato della Dalmazia e al trasferimento a Torreglia, in provincia di Padova.

Mantenere il meglio dal passato

Ed ecco in azione le capacità di quelle generazioni, capitanate da Giorgio e Nicolò III, nel cercare i terreni più adatti per le marasche dotate di una marcia in più, selezionando una varietà dal gusto piacevolmente acidulo. Con l’aiuto di un professore dell’Università di Firenze sono stati individuati i terreni di origine vulcanica dei Colli Berici e dei Colli Euganei, sui quali tuttora si trova la maggior parte delle colture. Sul merito delle varie generazioni basti precisare che ciascuna di esse è riuscita a vivere nel suo tempo osservando e scegliendo il meglio per il futuro, mantenendo il meglio del passato. Fondamentali, oggi come ieri, sono la trasparenza e tracciabilità della filiera completa realizzata in azienda e la scelta di mantenere alto e il più naturale possibile il livello produttivo, sin dalla scelta della materia prima.

Progetti e novità

La gamma produttiva ormai è cresciuta parecchio e conta sostanzialmente su tre filoni: liquoristica, bere miscelato, prodotti per pasticceria. Di recente si sono aggiunte le confetture. Si stima un complessivo di 6,3 milioni di bottiglie da 0,70 cl e un fatturato di 30 milioni di euro con un export in 84 paesi, per circa il 70% della produzione. Per festeggiare un compleanno così inusuale sono previste diverse iniziative e progetti che verranno comunicati nel corso dell’anno. La più importante è l’inaugurazione del museo, che avrà, però, tempi lunghi. Recentissima, invece, la presentazione in 4.999 esemplari, di cui 1.500 per il mercato italiano, di Perla Dry Maraschino Riserva Bicentenario. Una chicca che si caratterizza per una base di distillato di marasche con oltre 50 anni di invecchiamento.

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