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Calafuria Tormaresca tra i 10 migliori rosati al mondo

18 Febbraio 2019 Civiltà del bere
Calafuria Tormaresca tra i 10 migliori rosati al mondo

La classifica della rivista americana Wine Spectator lo posiziona tra i dieci migliori rosé. Ed è l’unico italiano in mezzo a francesi, californiani e spagnoli. A base Negroamaro, al colore ricorda la peonia, evidenziando la sapidità e il frutto tipici dei suoi fratelli pugliesi.

Far parte della ristretta cerchia dei dieci migliori rosati del mondo, secondo la rivista americana Wine Spectator nella speciale classifica della 100 Top Values del 2018 (che segnala i 100 vini col miglior rapporto qualità-prezzo), è sicuramente una grande soddisfazione. A maggior ragione quando questo vino, il rosé Calafuria, Salento Igt 2017 di Tormaresca, è l’unico rosato italiano classificato in mezzo a francesi, californiani e spagnoli. Un prestigioso riconoscimento che premia l’intera produzione dei rosati della Puglia, da sempre è considerata la culla dei vini di questa tipologia.

Un rosato “provenzale” in Puglia

Vito Palumbo, responsabile di Tormaresca, azienda pugliese di Marchesi Antinori, ci racconta: «Calafuria è probabilmente il nostro prodotto di maggior successo assieme al Primitivo». Espressione delle uve Negroamaro coltivate nella Tenuta Masseria Maìme a San Pietro Vernotico nel Salento, negli ultimi cinque anni il vino ha assunto una colorazione rosata più pallida (definita rosa peonia) quasi in stile provenzale pur mantenendo la sapidità e il frutto dei rosati pugliesi.

Il successo estero di Calafuria

«Nella nostra regione, un rosato così chiaro», commenta Palumbo, «era considerato una blasfemia. Invece è diventato un successo, come dimostra la crescita dei volumi prodotti e l’apprezzamento dei consumatori. Questo non solo in Puglia, che resta il mercato maggiore, ma anche in molti Paesi esteri, Francia compresa».

Vito Palumbo

Equilibrato e persistente

Le sue caratteristiche organolettiche si esprimono in un profumo intenso e delicato, con note fragranti di melograno, frutta bianca (pesca, pompelmo) e sentori floreali di viola. In bocca ha un ingresso morbido, una gradevole acidità seguita da una delicata sapidità. Presenta un ottimo equilibrio e una bella persistenza aromatica.

Un’azienda con la passione per la cultura

Al di là degli aspetti produttivi, il Calafuria (il nome trae origine dalle innumerevoli calette della costa salentina) è un fiore all’occhiello di Tormaresca anche per i risvolti artistici, tema molto presente nell’attività dell’azienda pugliese. Infatti, oltre a varie iniziative e collaborazioni, tra cui due interessanti festival dedicati alla fotografia (PhEST) e alla musica (Locus Festival), ogni anno una selezione limitata di magnum di Rosé Calafuria viene vestita da un’etichetta di un giovane illustratore italiano. Quest’anno in primavera, le etichette d’autore saranno firmate dal torinese Davide Bonazzi, che ha ideato tre etichette diverse per lo stesso vino.

Questo articolo è tratto da Civiltà del bere 1/2019. Se sei un abbonato digitale, puoi leggere e scaricare la rivista effettuando il login. Altrimenti puoi abbonarti o acquistare la rivista su store.civiltadelbere.com (l’ultimo numero è anche in edicola). Per info: store@civiltadelbere.com

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