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Buon compleanno Livon. E sono cinquanta!

8 Settembre 2014 Civiltà del bere
A cinquant’anni si è abbastanza maturi, ci si può permettere di guardare quel che si è fatto e giudicarlo e si ha ancora energia per progettare il futuro. È un’età d’oro, insomma. Il 5 e 6 settembre Tonino e Valneo Livon - con le loro famiglie, tutto lo staff aziendale e tanti amici - hanno festeggiato proprio questo traguardo. «La più grande soddisfazione», hanno detto i due fratelli «è vedere la passione che anima noi, negli occhi dei nostri figli. Senza questo valore non sarebbe possibile raggiungere alcun risultato e affrontare con coraggio il futuro». BRAIDE ALTE: OMAGGIO IN VERTICALE - Il rappresentante ufficiale della storia vinicola della Livon è stato Braide Alte, eccellenza che racchiude in sé mezzo secolo d’esperienza in vigna. Il vino è stato infatti scelto per un’interessantissima verticale dedicata alla stampa. «Braide Alte è un vigneto, prima che un vino e nasce con un preciso obiettivo: dar vita a un bianco longevo», ha declamato Tonino Livon che con l’enologo Rinaldo Stocco ha guidato la degustazione. Il vino nasce da un blend di Chardonnay e Sauvignon in percentuale maggiore, quasi il 90%, con l’aggiunta di Picolit e Moscato giallo ed è sempre così, annata dopo annata. Le varietà sono coltivate in un unico appezzamento ad anfiteatro nel cuore del Collio. «Il vigneto misto è un’antica tradizione; in questo modo, le varietà con fioriture precoci forzano la fioritura delle altre», ha spiegato l’enologo. Il vigneto è rivolto a est-nordest (orientamento ideale per Sauvignon e Chardonnay) ed è composto da marna oceanica con una leggera presenza di argilla. Le piante hanno un’età che oscilla tra i 20 anni e oggi, dato che le ultime barbatelle sono state impiantate nel 2013. Una caratteristica del Braide Alte è la fermentazione, lunga, lunghissima, come ha spiegato Stocco. «Dura solitamente da ottobre a giugno e si svolge in barrique perché il legno aiuta i lieviti a vivere. Non facciamo travasi e il prodotto rimane lì per altri 8 mesi». La nostra verticale di Braide Alte ha interessato otto annate. Braide Alte 1996: segna l’esordio del vino, la prima annata andata in commercio. Solo 1.500 bottiglie con una gradazione alcolica che rimarrà unica nella storia, 13% vol. (dalla seconda annata in poi la gradazione è sempre stata 14% vol.). Dopo 18 anni, ci troviamo davanti a un bianco che ha struttura e muscolo come fosse un rosso. Piacevole, ancora con un’ottima nota acida con un colore ancora splendido e note floreali di bouganville che lasciano però presto spazio alla salsedine, al miele, alla pietra focaia e al gesso. La cosa che più sorprende è il sorso, ancora fresco, minerale, equilibrato. Braide Alte 2000: vince la complessità che arriva da una fortunata espressione del territorio in un’annata che era stata bella e soleggiata. Il colore è giallo cedro e il profumo vira sul gelsomino, il mughetto, la scorza degli agrumi. In bocca sembra di masticare, anziché di bere. Eccellente la persistenza. Braide Alte 2002: per i fratelli Livon quest’annata è la più riuscita, quella che dovrebbe fare scuola alle altre. Nonostante un andamento climatico difficile a causa della pioggia, il vino ha una raffinatezza strabiliante. Giallo dorato effonde le sue note di limone e tè ricordando la pesca gialla e l’albicocca disidratata. Ricorda i grandi bianchi d’Oltralpe. Braide Alte 2004: riuscito, senza dubbio, ma leggermente meno raffinato del 2004. Ottimi il colore e il profumo che spicca per fiori bianchi gialli con folate minerali. Braide Alte 2007: trionfa il miele al quale fa seguito la menta, il pino mugo e la scorza di limone,  in questo Braide Alte che ha avuto una fermentazione ancora più lunga del normale. Il colore è lucente e in bocca è morbido, ricco ed equilibrato. Braide Alte 2010: ambisce alla durevolezza con il suo calore giallo paglierino, i sentori di pesca bianca e le marcate note aromatiche che lo rendono molto internazionale. Grandiosa l’acidità, la raffinatezza e l’eleganza. Braide Alte 2011: un tocco esotico rende il vino diverso. A cambiare sono le barrique, non più francesi, ma ungheresi. «Adesso ci forniamo da European Coopers e acquistiamo botti che ci sembrano migliori per il Braide Alte. Il legno con il quale vengono realizzate, stagiona per tre anni all’aperto senza passare mai nel forno», ha detto Tonino Livon. E il cambio si sente. Il vino è un po’ meno potente e prevale maggiormente la delicatezza floreale che può soddisfare o meno. Braide Alte 2013: un assaggio en primeur per un vino che andrà in commercio nel 2015 e che promette bene, benissimo. Ricco, articolato, complesso, restiamo ad attendere come evolverà.

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