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Birra d’autore, la classe non è acqua

17 Settembre 2021 Luca Giaccone
Birra d’autore, la classe non è acqua

Il mercato mondiale resta dominato da prodotti industriali, semplici e immediati. Ma la rivoluzione artigianale ha aperto la strada a etichette dalla forte personalità, con un profilo aromatico e gustativo ricercato 

Se vuoi produrre tanta birra, devi vendere tanta birra. Se vuoi vendere tanta birra, devi farla il più possibile vicina all’acqua!”. Questa frase è di un famoso birraio belga, Jean-Louis Dits della Brasserie à Vapeur, e riassume molto bene un aspetto di fondamentale importanza nello scenario birrario mondiale. In effetti il mercato è dominato da birre molto semplici, facili, con una profondità gustativa quasi nulla, ritenute rassicuranti da una fetta consistente di clienti. Negli Stati Uniti ad esempio, i tre marchi più venduti – Bud Light, Coors Light e Miller Lite – rappresentano più del 36% del mercato interno, per un valore di 4 miliardi di dollari (dati statista.com).

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