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Barolo con tappo sintetico? Mettiamolo alla prova

1 Novembre 2018 Elena Erlicher
Anche i grandi vini italiani possono essere tappati con chiusure alternative al sughero, come quelle sintetiche, senza per questo perdere il proprio valore e la propria autorevolezza. E liberandosi del rischio di "saper di tappo" - a causa di una sostanza che si chiama Tca (2,4,6-tricloroanisolo). È il caso del Barolo con tappo sintetico.
A provarlo prima la teoria, con decreto ministeriale nel 2013 (che consente l'uso di chiusure sintetiche anche per il Barolo). E poi la pratica, nostra, con la degustazione di tre diversi esemplari: due Barolo del comune di Serralunga d’Alba Docg 2013 di Fontanafredda e un Barolo La Morra Sable Docg 2014 di Agricola Brandini, assaggiati durante la Barolo Wine Week[s] da Eataly Milano Smeraldo.

Tappi Nomacorc sintetici e sostenibili

I tappi sintetici utilizzati per i vini in degustazione sono tutti prodotti da Nomacorc, che fa parte della “house of 7 brands” di Vinventions, gigante delle chiusure alternative e di sughero, che oggi tappa una bottiglia su 7 nel mondo (le altre aziende sono Syntek, Ohlinger, Alplast, Vintop, Wine Quality Solutions e Wine Marketing Solutions). Si tratta di chiusure che garantiscono una diversa permeabilità all’ossigeno, e una conseguente diversa evoluzione del vino. Appartengono alla Nomacorc Green Line, la categoria di tappi prodotti con polimeri vegetali provenienti dalla canna da zucchero. In particolare i Select Green e il Reserva usati per i vini in assaggio sono a impronta carbonica negativa (-1 g di Co2 per tappo) e compensano completamente le emissioni provenienti da materie prime tradizionali nel prodotto.    

Alte prestazioni anche su grandi vini

«Ogni giorno i tappi rovinano 1 milione di bottiglie», ha spiegato Antonino La Placa, sales manager Italia e Sud Europa di Vinventions. «Il tappo svolge un ruolo decisivo per proteggere e garantire la maturazione del vino, proprio come succede con le botti. Per questo il nostro team ha approfondito il rapporto tra ossigeno e vino attraverso la chiusura. E oggi siamo in grado di dare ai produttori una garanzia di prestazioni omogenee e sostenibili anche su grandi vini come il Barolo». L’assaggio dei vini in degustazione ha sorpreso per la pulizia e nitidezza di profumi e sapori e ha dimostrato che con una diversa esposizione all’ossigeno si può "guidare" l’evoluzione del vino in base alle esigenze produttive.    

Due Gavi Fontanafredda a confronto

Per preparare il palato abbiamo cominciato con due Gavi del comune di Gavi Docg 2016, entrambi di Fontanafredda: stessa vendemmia, stesso lotto, ma uno tappato con Select Green 500 a maggior permeabilità (1,8 mg di O2 dopo 3 mesi, 2,3 mg dopo 6 mesi, 3,1 mg dopo 12 mesi, 1,7 mg per anno dopo il 1° anno) e uno con Select Green 100 a minor permeabilità (0,4 mg di O2 dopo 3 mesi, 0,7 mg dopo 6 mesi, 1,2 mg dopo 12 mesi, 1,1 mg per anno dopo il 1° anno). I due campioni hanno evidenziato differenze: più pronto alla beva il primo (da aperitivo), dalle note di frutta gialla e bianca, menta e minerale al naso, in bocca molto fresco, sapido e salino; più complesso e profondo il secondo (da pasto), con toni agrumati che ritornano al palato, di zest di limone.    

Alla prova il Barolo di Serralunga d’Alba

Poi siamo passati al Barolo per giungere alle stesse conclusioni: il colore, la struttura, il gusto e l’olfatto cambiavano significativamente a seconda del tappo e del suo diverso grado di permeabilità all’ossigeno. I primi due Barolo del comune di Serralunga d’Alba Docg 2013 di Fontanafredda (che utilizza i tappi Nomacorc sul 40-45% dei suoi Barolo) riposano un anno in barrique, un anno in legno grande e un anno in bottiglia. Le uve provengono da terreni molto antichi, di argilla blu, marnosi e danno vita a Barolo potenti, longevi e dai tipici aromi terrosi di terreno lavorato, sottobosco, cuoio, cedro... Anche in questo caso stesso vino, stesso giorno di imbottigliamento, ma tappo diverso: Reserva a minor permeabilità (0,3 mg di O2 dopo 3 mesi, 0,4 mg dopo 6 mesi, 0,7 mg dopo 12 mesi, 0,6 mg per anno dopo il 1° anno) e Select Green 500 a maggior permeabilità.
  • Primo campione (tappo Reserva): colore granato, al naso note minerali, ferrose di ruggine, di bosco umido; tannino fine ed elegante al palato agrume rosso e sapidità, pronto a un lungo invecchiamento.
  • Secondo campione (tappo Select Green 500): colore granato tendente al cotto, bouquet di frutta di sottobosco (fragolina, lampone), con note floreali gentili di lavanda, glicine e viola; tannino corposo, in bocca è carnoso, succoso, con rimandi di frutti di bosco e finale sapido, già pronto per essere bevuto subito.
   

Il primo Barolo con tappo sintetico è di Agricola Brandini (La Morra)

Per finire abbiamo avuto la possibilità di testare le chiusure sintetiche Nomacorc anche sul Barolo La Morra Sable Docg 2014 di Agricola Brandini, la prima azienda ad aver usato questo tipo di tappo sul vino Barolo. Qui siamo in una zona assai diversa da Serralunga d’Alba, con suoli più giovani (di 6 milioni di anni fa), sabbiosi, drenanti. Cambia anche l’annata, in questo caso una 2014 fredda e difficile. Nel calice il ventaglio olfattivo evolve in note di erbe mediterranee (mirto), fruttate, balsamiche di eucalipto. Il tannino è morbido ed elegante, con frutto delicato al palato e finale lunghissimo.

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